martedì 31 dicembre 2013

Più su che giù

Il 31 dicembre è inevitabilmente il giorno in cui, più che in avanti, si guarda indietro, all'anno che finisce, e si cerca di tirare qualche somma.
Il mio 2013 si chiude sicuramente in modo positivo, con un ultimo periodo, in cui ho scritto poco, ma per fortuna ho corso tanto, e con molto profitto, credo.
Le ultime settimane, da dopo la sorprendente mezza di Busto, mi hanno visto accogliere l'inaspettata proposta di un amico, molto più veloce di me, che è convinto di cavare sangue dalle rape, ossia di poter trasformare un bradipo per lo meno in una lumaca.
E' partita così una preparazione che mira alla maratona di Milano di aprile, ma che al contempo fa l'occhiolino alla mezza di Vittuone di metà febbraio.
Questo primo periodo è stato caratterizzato da una fase di potenziamento, fatta di ripetute, fartlek e salite, roba quasi sconosciuta per un semplice macinatore di chilometri come me.
Mi fa strano arrivare alla fine della settimana con solo una cinquantina di chilometri nelle gambe, ma allo stesso tempo vedo qualche secondo in meno qua e là, e soprattutto ho sensazioni più che positive, un esempio per tutti è la mia salita al Sacro Monte di Varese di domenica scorsa, un'impresa che avrei pensato di terminare sulle ginocchia e solo con grande fatica, e che invece mi è apparsa molto più naturale del previsto, lasciandomi le gambe integre e pronte a correre già dal giorno successivo.
Se penso alle prime ripetute in salita, un chilometro di lavoro totale, che il giorno successivo mi avevano lasciato un ricordo indelebile fatto di dolori ovunque, anche a braccia e spalle....che cambiamento in poche settimane!
Insomma, domani quando guarderò avanti al 2014, non potrò che essere ottimista e fiducioso che i risultati arriveranno.
Non si può peraltro dire che nel 2013 non siano arrivati, visto che ho portato a casa il personale su tutte le distanze, a volte frutto di tanto lavoro (vedi la maratona di Milano di aprile, arrivata al termine di un lungo periodo di preparazione fatto di ben più di 300km mensili), altre volte del tutto inaspettato, come nella già citata mezza di Busto, altre ancora più o meno previsto, ma magari non nell'entità, come in quella sera d'estate a Castano sui 5000.
Certo, non si può dimenticare che il 2013 è stato anche l'anno in cui ho dovuto fermarmi un attimo a pensare a cosa vuol dire per me avere la possibilità di mettere ai piedi un paio di scarpette e uscire a correre...e come troppo spesso accade, la consapevolezza di essere un privilegiato arriva quando il privilegio non ce l'hai più.
In quelle strane settimane tra agosto e ottobre, ho cambiato tanto del mio modo di guardare alla corsa, e ne ho tratto un gusto che prima non ho mai avuto, tanto alla ripresa lenta e faticosa, quanto adesso che le gambe girano come mai hanno fatto.
Il primo desiderio per l'anno che viene è proprio di mantenere questo gusto...poi un occhio al cronometro si butta sempre, perchè è bello godere del lavoro in sè, ma anche dei frutti che porta!
Buon anno....

venerdì 15 novembre 2013

Maratonina di Busto Arsizio 2013




Che dovesse essere una maratonina di Busto speciale lo si è capito già dal mattino, quando, aprendo le finestre, noto con il massimo stupore che non c'è la solita pioggia battente che caratterizza questa gara in ogni sua edizione, per lo meno dal 2009, quando la corsi come mia prima mezza, con un paio di mesi scarsi di corsa nelle gambe, con l'obiettivo unico di arrivare in fondo e la grande impresa per quei tempi di chiudere di qualche secondo sotto le due ore.
Di certo non ho in testa nessun obiettivo cronometrico, da quando ho ripreso a correre sto girando sempre su ritmi blandi, con la finalità di ricostruire una buona base aerobica, quindi il ritmo della mezza di certo non l'ho mai testato.
Già, il ritmo della mezza.....e quale sarà?
Solo pochi mesi fa ero pronto a correrla intorno ai 4'30 al km, ma adesso?
La ragione direbbe che devo stare molto più tranquillo, ma la prestazione di qualche settimana fa al Montestella mi fa sospettare di potermi divertire anche oggi.
La mattina parte sotto i migliori auspici, con il raduno con gli amici di Running Forum, e il pregara passato in tutta spensieratezza, anche da chi oggi qualche ambizione di fare il personale la coltiva (a ragione).
Alla partenza qualche goccia di pioggia ci ricorda che Busto è sempre Busto, ma pare che oggi sia tutto solo per scherzo, perchè smette subito.
Si parte, decido di seguire l'istinto e di mettermi su un ritmo che possa darmi abbastanza confidenza di arrivare in fondo senza scoppiare, non vorrei davvero tornare a casa con le brutte sensazioni che ci si porta dietro dopo una gara terminata sui gomiti.
Nonostante tra gli amici incontrati prima ci fosse grande varietà di obiettivi, mi ritrovo inizialmente solo, salvo venire poi affiancato quasi subito da una nuova conoscenza, che sul forum si fa chiamare Alaves (il che mi rimanda a sbiadite immagini di lontane coppe UEFA, ricordo curioso), il quale mi ricorda che il suo obiettivo è di stare attorno all'ora e 40' come tempo finale.
Mi sembra un ritmo ragionevole anche per me e allora mi accodo, viaggiamo sui 4'37 di media e mi trovo assolutamente a mio agio, vediamo pian piano allontanarsi i palloncini rossi dell'ora e 35, seguiti dall'amico Kostia che sta facendo la sua bella gara
Verso il quinto km, anche Foia si unisce a noi, due chiacchiere in cui rivela che sta provando a tenere un ritmo ambizioso, e in effetti sta viaggiando a 4'30, me ne accorgo dopo un chilometro e rallento, so che così è troppo.
Rimaniamo di nuovo solo in due, e si procede tranquilli, i chilometri passano veloci in compagnia, so che la mezza di solito presenta il conto verso il km 14, a due terzi di gara ho imparato che è il caso di fare un bell'esame di coscienza e capire se il ritmo che si è tenuto fin lì potrà portarci fino alla fine o se bisogna rallentare.
Al km 14 però purtroppo ci arrivo solo, perchè il mio compagno di viaggio verso il km 12 si stacca leggermente e, quando mi volto, mi fa segno di andare pure avanti...manca ancora tanto e sono un po' dubbioso sulle sue possibilità di centrare l'obiettivo dell'ora e 40 se è già in difficoltà a quel punto, però scoprirò con piacere guardando la classifica che invece aveva ancora tante carte da giocare.
Al cartello che riporta il numero 15 è dunque il momento di essere del tutto sincero con me stesso.....e non posso fare a meno di ammettere che sto bene e ne ho apparentemente anche più di così.
Nelle ultime gare le sensazioni non mi hanno mai tradito, con la media tenuta fino a quel momento sono già sotto alla mia migliore mezza, che però risale a un anno e mezzo fa, di strada ne ho fatta tanta da allora.
Un altro punto a favore della buona condizione è che la frequenza cardiaca è ancora molto controllata.....insomma, non ci sono scuse, lascio andare le gambe al ritmo che viene loro più facile e corro qualche chilometro intorno ai 4'30-4'32.
Alzare il ritmo anche solo di qualche secondo al chilometro mi permette di superare tanti che invece sono in difficoltà, e sentire che invece io sto bene mi dà tanta fiducia, ma rimango abbottonato ancora per un po', non ci credo ancora di poter finire in crescendo, aspetto sempre che da un momento all'altro le forze finiscano.
Quando chiudo il km 19 in 4'29 decido di lasciar andare tutto quel che c'è, dal momento che il personale è praticamente certo, e poi stiamo tornando in centro, la gente al bordo della strada aumenta, mi sembra quasi una passerella d'onore per la bella gara che sta incredibilmente venendo fuori dal nulla del mio mese e mezzo tra letto e divano e del mio mese di corsa lenta.
Gli ultimi due chilometri li corro a 4'18 e 4'04, il rettilineo finale ben sotto i 4', passo sotto il gonfiabile a pugni stretti e solo dopo qualche metro stoppo il Garmin....l' 1:36'48" che leggo è tanto lontano dalle mie aspettative di oggi che devo focalizzare bene quel "6" per qualche secondo prima di gioire.
Questa giornata ideale porta in dono il primato personale anche a tutti gli amici che in questa gara lo cercavano, diciamo che Busto oggi si è decisamente riabilitata rispetto alle gare umide e un po' tristi degli ultimi anni!
  


mercoledì 30 ottobre 2013

Trofeo Montestella


Voleva essere un test, ed è stato un test sorprendente.
Domenica a Milano le condizioni erano ideali per correre, o meglio, erano quelle in cui io rendo meglio.
Temperatura tra i 15 e i 18 gradi, leggera pioggerellina a tratti.
Dopo un breve riscaldamento con l'amico Luca, parto senza troppi riferimenti: inutile tenere presenti i miei tempi di qualche mese fa, non so se rischiare di osare troppo o troppo poco.
Parto cercando di ascoltare il più possibile le sensazioni: i primi chilometri vanno via facili sui 4'30, ma non spingo di più per paura di scoppiare alla distanza, ho già avuto brutte avventure nei 10'000 in passato: è una gara in cui all'inizio sembra tutto facile, ma alla fine vorresti trovarti in qualsiasi altro posto del mondo tranne quello dove stai arrancando con le gambe che implorano pietà e i polmoni che sembrano scoppiare.
Aspetto, e intanto guardo il parco di Trenno, mai visto prima d'ora, eppure sono tantissime le volte che mi sono fermato al grande parcheggio di Lampugnano, proprio dalla parte opposta della strada.
Si percorrono stradine con ai lati prati in cui la gente gioca a pallone, fa una passeggiata o magari sta correndo per proprio conto, mi fa sorridere l'idea di qualche podista che, ignaro dei 1300 che gli avrebbero invaso il sentiero abituale, è uscito per cercare la pace della sua corsa domenicale.
Il sentiero è stretto e noi siamo tanti, nelle curve a volte ci sono momenti critici, per lo meno bisogna fare molta attenzione per non tagliare la strada a nessuno ed evitare che qualcuno ci piombi davanti senza volerlo.
Continuo a star bene, ma sono guardingo.
Si esce dal parco, alla fine del settimo chilometro però devo arrendermi all'evidenza: ne ho di più di quello che sto dando.
Provo timidamente ad accelerare, pronto a tornare in carreggiata in caso di sensazioni brutte, che però non arrivano.
L'ottavo chilometro è archiviato in 4'15, e le gambe sembrano dirmi: finalmente ci stai lasciando andare!
Al nono c'è una salita, ma nonostante questo siamo intorno ai 4'10.
Ultimo chilometro, non ci sono più scuse, lascio andare tutto quel che c'è, supero tantissimi altri che sono invece in debito di ossigeno e di glicogeno, chiudo in accelerazione, ultimo chilometro sul filo dei 4', rettilineo finale ben al di sotto.
La media finale è 4'23, il passaggio ai 10'000 ben sotto i 44', direi che è un bel punto di partenza considerando che mancano 23 settimane alla Milano City Marathon e credevo di essere molto più indietro.
Il motore non si è poi così danneggiato, adesso si tratta di riprendere l'abitudine a correre a lungo, il che è quel che più mi manca in questi giorni, mi accorgo che solo arrivare a 15-20km mi costa fatica.
Le prime settimane della preparazione saranno proprio finalizzate al recupero del fondo, correrò tanto ma lentamente, ho bisogno di chilometri, non importa adesso farli veloci, l'importante è farli.
In carrozza, si parte!

sabato 26 ottobre 2013

Si ricomincia!

Trentasette giorni.
Tanto è durata la mia sosta ai box.
Trentasette giorni in cui, all'inizio, nemmeno potevo e volevo pensare a correre, tanta era la fatica nel fare anche solo le cose più semplici.
Piano piano poi è arrivata una maggiore autonomia, e con quella anche lo sguardo ha ricominciato ad andare sui podisti che incontravo durante le mie passeggiate quotidiane, unica attività consentita nel periodo di convalescenza.
Il primo di ottobre ho rimesso le scarpette, le mie Vomero rosse e blu, che ogni mattina mi guardavano speranzose dall'armadio.
Le ho portate finalmente a fare una passeggiata, e da lì abbiamo ricominciato.
Una decina di giorni dopo, ho raccolto l'invito dell'amico Luca a partecipare con lui alla Deejayten a Milano, senza nessuna pretesa agonistica, ma semplicemente per festeggiare la ripresa di entrambi, visto che anche lui esce da un periodo di certo non facile.
Sono stati dieci piacevolissimi chilometri in compagnia, in cui la corsa è stato un pretesto, ma durante i quali ci siamo ribaditi che correre è qualcosa di talmente bello che non va dato per scontato, che si vada forte o piano, non importa.
Nelle ultime settimane ho corso esclusivamente a passo lento, ma ho ricominciato a mettere insieme un po' di chilometri, prima di iniziare un abbozzo di preparazione sensata in vista del vero obiettivo che mi sono prefissato alla ripresa: la maratona di Milano del prossimo aprile.
Sarà un cammino lungo e di certo non facile, prima di tutto non sarà facile accettare di non riuscire a fare quello che prima era normale, accettare di non resistere a lungo, accettare di andar più piano.
Ma la realtà è questa e non si scappa.
Domani correrò il Montestella, provando a spingere al massimo, per poter avere un dato affidabile su come impostare gli allenamenti di questo primo periodo.
Da lunedi ricomincerò ad avere una tabella appesa davanti agli occhi, giusto per tornare definitivamente alla vita normale!

giovedì 5 settembre 2013

Start line


Eccoci finalmente alla vigilia degli appuntamenti per cui ho lavorato tutta l'estate, con una quantità e una qualità di allenamenti veramente sorprendente: tra il primo e il 26 agosto ho messo insieme, uno dopo l'altro, ben più di 250km, quasi stessi preparando una maratona e non una mezza.
In forma come non sono mai stato, durante la preparazione non ha mai avuto il minimo dubbio che il personale sulla mezza sarebbe stato sbriciolato ad Arenzano il 6 settembre.
Già, ma ad Arenzano io non correrò.
E nemmeno a Monza, il 15.
E nemmeno alla maratona di Pisa, a metà dicembre.
Da una decina di giorni sono fermo ai box, dopo una brutta avventura che mi ha portato in sala operatoria per due volte, e mi lascerà a ricordo perenne un bel ricamino in mezzo alla pancia.
Da dieci giorni non solo non corro, ma sto faticosamente tentando di mettere insieme le forze anche solo per una passeggiata.
Inutile dire che quando si ricomincerà (e non sarà certo a brevissimo), bisognerà ripartire, se non da capo, certo un bel po' di gradini più in basso.
Però sono sicuro che il lavoro fatto non andrà buttato, magari non in termini di preparazione, che verosimilmente sarà del tutto andata al momento della ripresa, ma in termini di voglia e di convinzione.
In questi anni ho imparato a lavorare duro per raggiungere un obiettivo, a godere della fatica perchè era il mezzo per arrivare a gioire di un traguardo, a non scoraggiarmi nei giorni difficili e a non montarmi la testa in quelli di forma smagliante.
La prima volta che ho percorso il corridoio dell'ospedale è successo proprio questo, è successo che ho fatto fatica, che non sapevo se sarei arrivato fino in fondo, ma sapevo che bisognava partire.
Ecco, bisogna partire, non importa se la fatica di 42km diventa la fatica di 1km, l'importante è essere in cammino e godersi ogni passo.
Una certezza ho in questi giorni: anche se ho il fiatone e le gambe molli, ogni passo che faccio è un regalo, e quindi è bellissimo.

giovedì 18 luglio 2013

Estate correndo (Giro dell'Altomilanese), ultima tappa: Magnago Jackpot Run



Per l'ultimo appuntamento di questo bel circuito, una grande classica: sono ormai alla terza partecipazione alla Jackpot Run, gara che mi aveva curiosamente visto concludere le due precedenti edizioni con lo stesso tempo al secondo.
La novità di quest'anno è che sono stati abbandonati i classici due brevi giri veloci per un percorso più articolato, che passa per il centro del paese e comprende due sottopassaggi, cosa che può spezzare sia il ritmo che le gambe, già fatte girare al limite.
Nuova è anche la partenza dalla pista di atletica, e nuova (per me) è anche la falsa partenza, dovuta ad un'incomprensione curiosa tra gli organizzatori, che ancora devono presentare i leader del circuito, e lo starter, che spara senza accorgersi che i convenevoli sono ancora in corso.
Il risultato è un po' di confusione per riportare tutti indietro, con gli atleti della non competitiva che già si erano schierati al posto che noi avevamo appena lasciato libero, ma anche qualche sana risata.
Conosco Magnago molto bene, ma non ho studiato lo svolgimento del percorso, per cui sono curioso di vedere dove ci porterà.
Al primo chilometro subito il primo sottopassaggio, mordi e fuggi, giù in picchiata e subito di nuovo su, senza conseguenze per le gambe ancora fresche.
Al secondo chilometro mi affianca la ragazza che già avevo avuto come riferimento a Ossona, e decido di starle di nuovo attaccato, ormai ho imparato che viaggia sicura al di sotto dei 4' al chilometro, il mio obiettivo di giornata.
Oggi però va decisamente forte, siamo sui 3'50" al chilometro, non voglio strafare e piano piano la vedo andar via, alla fine saranno una quindicina i secondi che ci separeranno al traguardo. Complimenti di nuovo.
Due battute con l'amico Kostia, che è partito anche lui fortissimo, con l'obiettivo di passare sotto i 20' al quinto chilometro (non ci riuscirà per una manciata di secondi, ma l'appuntamento è solo rimandato, sono sicuro!), e mi ritrovo solo a dover gestire un ritmo che però mi è diventato ormai familiare, siamo alla quinta prova e le variazioni sono state davvero minime, per cui so di averlo nelle gambe e di poterlo tenere fino in fondo.
Arriva il secondo sottopassaggio, al quarto chilometro, questo è più lungo, in discesa lascio andare le gambe che cercano ormai un po' di ristoro, e mi preparo per la salita, sapendo che dopo non si può rifiatare perchè mancherà davvero poco.
Ecco infatti il passaggio sullo sterrato nel bosco, percorso in senso inverso rispetto agli anni scorsi, alla fine di questo c'è la postazione di tifoseria personale che mi dà la carica per vedere meno lontano l'arrivo.
Manca poco, in effetti, il cartello del quinto chilometro e siamo già a ridosso della pista, che va percorsa per metà.
Non ho atleti raggiungibili davanti a me, ma sento che da dietro qualcuno incalza, quindi tiro fuori le energie rimaste e corro gli ultimi 200 metri a 3'20", riuscendo a tener dietro l'inseguitore.
Il crono dice che ho migliorato di un minuto il tempo precedente, pur su un percorso sicuramente un po' meno scorrevole, non foss'altro che per i due saliscendi dei cavalcavia.
Soddisfatto, attendo le classifiche finali e intanto mi gusto il ricco ristoro, comprensivo di pizza, gelato e ghiaccioli....difficile chiedere di più!
Chiudo questo Giro in 44° posizione assoluta sui circa 120 classificati, 7° della mia categoria, ma questi numeri sono da rapportare al valore degli altri concorrenti.
La soddisfazione che mi porto a casa, e su cui di certo non avrei scommesso, è quella di essere riuscito a correre tutte le cinque prove a un ritmo di qualche secondo inferiore ai 4' per chilometro, con conseguente ampio personale sui 5000, ottenuto nella prova di Castano.
Tra qualche settimana saprò se questa iniezione di velocità mi aiuterà anche nella ricerca del personale su distanze più lunghe...i prossimi appuntamenti sono con 21 e 42km!

lunedì 8 luglio 2013

Estate correndo (Giro dell'Altomilanese), tappa 4, Ossona

Ecco la quarta tappa del circuito.
Dopo una giornata non leggera, arrivo a Ossona, scendo dalla macchina e...ci risalgo subito!
Il termometro segna 33 gradi, sembra di stare in un forno.
Mi cambio in macchina con l'aria condizionata accesa, poi non si può più rimandare, bisogna scendere e tentare di abituarsi un minimo alla temperatura prima del via.
Il riscaldamento è ovviamente ridotto al minimo, però la voglia, nonostante le condizioni avverse, stasera c'è, sono ansioso di partire.
Il percorso sarà di 5800m, chissà se anche con queste temperature riuscirò a tenere i ritmi delle scorse tappe.
Non c'è troppo tempo per pensarci, lo sparo ci coglie tutti impreparati mentre aspettiamo di avanzare ancora per portarci sotto il gonfiabile.
Invece, pronti via.
Il primo chilometro come sempre vola via, e come sempre troppo allegro, siamo sui 3'52", devo controllare le gambe o stasera scoppio sul serio.
Il secondo chilometro è però più o meno sulla falsariga del primo, ma poi ci pensa il tracciato di gara a calmare i bollenti spiriti, regalandoci un passaggio suggestivo ma tecnicamente impegnativo su una strada di campagna sterrata e piuttosto stretta, la cui difficoltà è aumentata dai sorpassi continui ai camminatori che troviamo sul percorso, partiti troppo poco prima di noi.
Da mozzare il fiato è un passaggio in controluce in mezzo a un campo di grano, il sole che tramonta esalta il giallo del grano e la polvere alzata dal serpentone dei runners conferisce al tutto un'atmosfera quasi magica.
Rimpiango di non poter fermare in una foto questo momento, ma c'è altro da fare adesso, bisogna mettere in gioco anche la testa oltre che le gambe per riuscire a tenere il ritmo alto quando i muscoli cominciano a bruciare.
Finito lo sterrato, vengo affiancato da una delle prime donne, un'atleta che già mi aveva sorpassato negli ultimi chilometri a Rescaldina.
Sembra averne più di me, ma forse, mi dico, può aiutarmi a tenere il ritmo alto finchè le sto dietro.
L'aiuto che riceverò sarà grande, procediamo allo stesso ritmo fino in fondo, mi accorgo con sorpresa di avere ancora qualcosa da spendere nelle ultime centinaia di metri, per cui mi lascio alle spalle (con qualche senso di colpa ma tanta gratitudine) lei e un altro paio di concorrenti, arrivando sul traguardo ancora una volta con una media globale inferiore ai 4' per chilometro.
Il premio meritato è un bel pasta party in una location molto suggestiva e fresca.
Venerdi ultimo appuntamento a Magnago, quasi gara di casa per me, e passerella finale!
 

giovedì 4 luglio 2013

Estate correndo (Giro dell'Altomilanese), tappa 3, Rescaldina

La terza tappa di questo giro coincide con la "notte delle tre esse", il gruppo podistico di Rescaldina, e fin dalla location sembra trattarsi di una bella festa: birra e salamella accanto al ristoro tradizionale, e un piccolo Luna Park attiguo alla pista di atletica dove è posizionato il gonfiabile di partenza e arrivo.
In mezzo però si fa sul serio.
La gara sarà la più lunga di tutto il giro, un po' più di 6km, per cui non ci sono riferimenti per il ritmo da tenere, bisognerà andare a sensazione, considerando anche che chi qui ci ha già corso, racconta di un paio di cavalcavia non proprio dolci.
La serata però è fresca, si presta per correre bene, parto tranquillo, o almeno così mi sembra, ma seguire il gruppo mi porta subito sotto i 4' al chilometro.
Mi sforzo di rallentare leggermente.
Il primo cavalcavia arriva e passa senza dare troppo fastidio, corriamo da un solo chilometro, mi dico che forse la pagheremo più in là questa facilità apparente nel superarlo.
Poco dopo la strada si addentra in un bosco, fa ancora più fresco, corro facile ma non voglio esagerare, preferisco piuttosto tenermi qualcosa per il finale.
Arriva veloce l'ultimo chilometro, e allora dopo il secondo cavalcavia (anche questo molto meno cattivo di come lo immaginavo) provo ad aumentare il ritmo e a riprendere qualche avversario che mi sta davanti.
Chiudo bene, il giro di pista finale addirittura intorno ai 3' al chilometro, il che mi permette di concludere anche questa tappa con una media che abbia un 3 come prima cifra, il che, vista la lunghezza maggiore, mi soddisfa davvero.
La classifica a questo punto conta poco, il 33° posto in classifica generale risente sicuramente delle tappe mancate da altri podisti che vengono classificati dopo quelli che come me hanno corso ogni settimana, per cui sarà sicuramente destinato a rimanere gloria effimera.
Domani quarta tappa, a questo punto si prova a stare su questi tempi fino alla fine!

martedì 25 giugno 2013

Estate correndo (Giro dell'Altomilanese), tappa 2, San Giorgio su Legnano


Per la seconda tappa di questo Giro, siamo sulla pista del mitico Campaccio, sede della gara omonima, che si svolge a gennaio, solitamente in mezzo al fango.
Questa sera invece tutto è più che asciutto, anche se la temperatura non è così asfissiante come una settimana fa a Castano.
La voglia di correre comunque è abbastanza frustrata dalla cappa atmosferica, e i miei compagni d'avventura mi sembrano nella stessa condizione.
Ci scaldiamo poco...d'altra parte non ce n'è molto bisogno!
Dopo i 5000 metri della prima serata, tutte le altre tappe sono sulla distanza dei 5,7km, ancora non ho ben capito perchè.
So quindi che sarà difficile tenere il ritmo di Castano. Decido di provare a stare intorno ai 4' al km, e vedere la risposta delle gambe e dei polmoni.
Partenza, e dopo un mezzo giro di pista si esce su un lungo rettilineo, dove correre è facile, e il primo chilometro va in archivio a un ritmo più elevato di quanto vorrei.
Il paesaggio non è certo di sostegno come lo erano le sponde del Villoresi, e la fatica al terzo chilometro impone di rallentare leggermente, il Garmin si porta sui 4'02" di passo medio, non voglio forzare, questa andatura mi sembra di poterla reggere fino in fondo.
Per tutta la seconda parte di gara non effettuo e non subisco sorpassi, ho due atleti appena avanti a me e un certo distacco su quelli che inseguono.
L'ultimo chilometro comincia con un tratto di sterrato, su cui provo ad attaccare uno dei due che mi stanno davanti, notando un minimo rallentamento.
Sbuchiamo sulla strada che porta al campo sportivo, mancano 500m e so che adesso bisogna dare tutto quello che c'è, anche se le gambe bruciano.
Sulla pista provo ad affiancare anche l'altro corridore che ho davanti, ma lui se ne accorge e allunga, decisamente ne ha più di me, io più di così non ce la faccio, volata persa questa volta.
Buone notizie arrivano dalla classifica, che mi vede 35° assouto e 7° di categoria, ma molti che hanno perso una delle due tappe finora disputate, mi torneranno davanti nelle prossime gare con il gioco dello scarto del tempo peggiore.
No problem, la mia gara è su di me, prima di tutto.
Sto correndo relativamente poco in queste settimane, ma sempre con ritmi alti.
Ho impostato i lavori settimanali con una seduta di ripetute, un medio, un solo fondo lento e la gara tirata.
Tre uscite su quattro sono di qualità, vediamo quali risultati porteranno, soprattutto in ottica mezza maratona di settembre.

martedì 18 giugno 2013

Estate correndo (Giro dell'Altomilanese), tappa 1, Castano Primo

Eccoci alla prima tappa di questo circuito estivo, che affronto con una discreta voglia (non gareggio dalla maratona di Vercelli del 1 maggio, siamo quasi a metà dell'anno ed è solo la terza volta che mi presento al via di una gara).
Le sensazioni dell'ultimo periodo di allenamento non sono però confortanti, mi sento imballato, le prove sulla velocità sono state piuttosto deludenti, ho eseguito un test sui 3000 metri una decina di giorni fa, concludendolo abbastanza provato appena sotto i 12 minuti.
La location di Castano è comunque stimolante, discretamente scenografica la grande piazza dove è situata la zona di partenza.
La corsa dei bambini costituisce un buon assaggio di agonismo per l'impegno profuso dai runners in erba, due chiacchiere con un paio di amici che spero mi accompagneranno lungo il percorso, qualche minuto di riscaldamento nei 30 gradi della calura altomilanese, ed è già ora di partire.
L'obiettivo è di stare, se possibile, al di sotto dei 20 minuti, il che costituirebbe un personale ufficiale sui 5000 metri (lo scorso anno ero già stato sotto i 20 minuti nei primi 5000m della gara di Busto, ma era il passaggio nel corso dei 5,5km totali).
Non facile, ma non impossibile.
Si parte, non siamo tanti e quindi il ritmo si può prendere da subito.
Anzi, come sempre la vicinanza di altri corridori trascina su tempi ben più veloci di quelli preventivati.
I due compagni d'avventura, Kostia e Carlo, sono appena davanti a me.
Dopo poco più di un chilometro, affianco Carlo e lancio una battuta a Kostia, che si era definito un calcolatore, ma ci sta trascinando a 3'50" al chilometro.
Poco dopo rallenta leggermente e mi porto davanti per fare un po' l'andatura.
Purtroppo qualche centinaio di metri più avanti, girandomi, non vedrò più nelle vicinanze nessuno dei due, e la cosa mi dispiace doppiamente, prima di tutto per la loro gara che non sta andando come da previsione, e un pochino anche per la mia, che d'ora in poi sarà una sofferenza solitaria.
Il mio ritmo rimane piuttosto costante, viaggio bene sui 3'54-3'55/km, vediamo fino a quando reggo.
Il percorso si conferma molto bello, si costeggia sui due lati il canale Villoresi, peccato non potermi soffermare troppo a guardare in giro, concentrato come sono sulle gambe che cominciano a bruciare e sul respiro che si fa sempre più pesante.
Ho dimenticato il cardiofrequenzimetro e forse è meglio così, un dato in meno per cui allarmarmi.
Percorso il terzo chilometro, mi chiedo se potrò continuare su questo ritmo fino in fondo, cerco un aiuto con lo sguardo e vedo una ragazza con un bel passo regolare e leggero qualche decina di metri avanti a me.
Decido di provare a starle dietro, lei prosegue regolare e senza apparente fatica, al contrario di me, quasi imbarazzato dal mio respiro, che credo stiano già sentendo sotto il gonfiabile dell'arrivo, due chilometri più avanti.
Il quarto chilometro è il più difficile, tengo comunque botta grazie al riferimento davanti a me e lo chiudo in 3'57".
Ultime centinaia di metri, capisco che stiamo tornando verso il centro, il percorso è davvero bello ma io sto detestando ogni metro di questa strada che non vuole finire mai.
A 300m dal traguardo c'è Lamberto, il mio compagno d'avventura in quel di Verona a ottobre, anche lì avevamo sofferto un bel po', ma era arrivato un personale sui 42k.
Finalmente ultima curva, vedo il gonfiabile e spingo con tutto quello che mi rimane nelle gambe, a pochi metri dal traguardo affianco e supero la mia "lepre" della seconda metà di gara, quasi sentendomi in colpa a passare prima di lei sul traguardo dopo aver ricevuto tanto aiuto, seppure involontario.
Lo speaker dice che lei è la quarta donna a passare sotto il gonfiabile, brava davvero.
Stop al cronometro, respiro, respiro più che posso, piegato sulle ginocchia, cerco un posto dove sedermi, poi invece mi volto a guardare se vedo arrivare Kostia e Carlo, ancora non compaiono.
Un occhio al GPS e vedo che contro ogni pronostico segna addirittura 19'20"!
Raggiunto uno degli obiettivi dell'estate, al primo tentativo, sono davvero contento.
Kostia arriva in poco più di 20 minuti, Carlo invece è andato proprio in difficoltà, arriverà un paio di minuti dopo, serata negativa per lui, sarà per la prossima, che già ci aspetta tra pochi giorni!

venerdì 7 giugno 2013

Salto nel buio

Più o meno è quello che mi sembra di fare in questo momento.
Dopo un anno tutto improntato alla preparazione ed alle gare di maratona, preparare un circuito di gare da 5-6km mi ha buttato in un mondo in cui mi sento sempre un ospite indesiderato.
Correre sulla soglia anaerobica mi fa sentire a disagio, ma è inevitabile che sia così.
Lo scopo è prima di tutto divertirsi, lo scorso anno l'estate era stato soprattutto questo, e poi perchè no mettere in cascina qualche lavoro di velocità di sicuro non fa male anche in vista della preparazione autunnale per le "mie" distanze.
Manca una settimana alla prima gara del circuito e mi sento decisamente impreparato, l'impressione è che non riuscirò a stare sui tempi che tenevo lo scorso anno, ma si sa che la gara poi trasforma tutte le sensazioni, per cui è difficile fare pronostici.
Questa mattina ho corso una specie di test sui 3000m, corsi in 11'56", cioè poco meno di 4'/km.
Da questo dato proverò a ipotizzare un ritmo per la prima gara, che direi potrebbe essere di una decina di secondi al km più lento di così, poi vediamo come mi sentirò venerdi sera.
Di certo voglio che sia divertente, se poi arrivasse anche qualche prestazione inaspettata, ancora meglio!

venerdì 17 maggio 2013

A tirare troppo la corda....

...c'è il rischio che si spezzi...
Cosa che è puntualmente successa nell'unica uscita extra-podistica degli ultimi mesi: bastano due calci ad un pallone, ed ecco che la schiena si blocca, in quel dolore paralizzante e infinitamente limitante che purtroppo le mie due ernie discali mi hanno reso familiare nel corso degli anni.
Il fattaccio risale ormai a quasi due settimane fa, e mi ha costretto ad una settimana aggiuntiva di riposo dopo la maratona di Vercelli, ma forse era l'unico modo per costringermi a fermarmi davvero per una ricarica consistente delle batterie, non solo a livello fisico ma anche motivazionale.
Durante la pausa ho ritrovato la voglia di correre e il gusto di farlo senza guardare tempi e distanze, visto che niente era scontato, nemmeno la possibilità di percorrere distanze irrisorie a passo poco più che camminato.
In questo scenario, il poter riprendere, negli ultimi giorni, a pianificare qualche allenamento più serio, è stato lo stimolo ad iscrivermi ad un circuito di gare brevi che si disputeranno nella mia zona tra giugno e luglio.
Un po' di lavoro sulla velocità non può che farmi bene, dopo tanti mesi passati ad accumulare chilometri su chilometri a ritmi sempre moderati.
Non amo particolarmente correre con il collo tirato, ma la formula della gara a tappe mi era piaciuta nel Giro del Varesotto dello scorso anno, e ripeterla in un circuito con tappe un po' più diluite mi dà un bello stimolo.
Prima però l'appuntamento, di sicuro senza troppe velleità agonistiche per mancanza di una anche minima preparazione specifica, con la Moonlight Half Marathon del prossimo weekend, da prendere come una gita fuori porta.
Anche se guardando il cielo non sembra, l'estate è alle porte!

venerdì 3 maggio 2013

Maratona del riso, Vercelli

Seconda maratona primaverile, ci arrivo dopo un paio di settimane di allenamenti piuttosto svogliati, negli ultimi giorni anche scarso appetito e cattive sensazioni, insomma, tutti i segni di una bassa condizione di forma, ma dopo il bel risultato di Milano, non ho niente da perdere, e alla partenza ci si va senza troppe ansie nè aspettative.
La partenza è strana, nessun gonfiabile, nessun tappeto con rilevazione cronometrica, il real time non esisterà, bisogna fare gara sullo sparo, non è un grosso problema perchè siamo in pochi, si parte subito e subito si può correre al ritmo desiderato.
Non avendo niente da perdere, provo a tenere un ritmo che mi permetterebbe, in prospettiva, di abbassare di qualche minuto il tempo di Milano, magari scendendo sotto le 3h30', risultato che pensavo impossibile per me, ma che adesso vedo fattibile, non so se già da oggi, ma comunque a breve tempo.
Corro tranquillo per i primi chilometri, mantenendomi davanti ai palloncini delle 3h30'.
C'è un po' di vento, ma non basta a rinfrescare del tutto, il sole unito al clima leggermente afoso del 1 maggio in mezzo alle risaie mi preoccupa, su tutto il percorso non c'è il minimo riparo, se inizierà a far caldo dovrò abbandonare qualsiasi velleità, inizio a sperare che le nuvole si organizzino e magari mi regalino qualche goccia di pioggia rinfrescante.
La preoccupazione maggiore però viene dal cardiofrequenzimetro, che già dal km15 mostra valori tendenti troppo verso l'alto.
Tengo il ritmo costante di 4'57 al km, ma non proprio così facilmente come era stato nell'ultimo lungo di 20km, corso però con pioggia e fresco.
Nella testa comincia a farsi strada il presentimento che oggi finirà male.
Passo alla mezza maratona in 1h45', la media è mantenuta fin qui, ma le sensazioni non sono buone per niente.
Al km25 manca il ristoro, aspettavo l'acqua ma all'orizzonte non si vede nulla, un paio di chilometri più tardi incontriamo un banchetto, ma inspiegabilmente l'acqua non ce l'hanno, solo fette di arancia e biscotti....come si farà a mangiare un frollino durante una maratona mi risulta sempre inspiegabile.
Al km27 il fattaccio, le sensazioni negative di tutta la giornata si riuniscono tutte nel polpaccio destro, dove sento un dolore acutissimo, che mi fa bloccare all'istante.
Penso a un crampo, ma non è quello, tirare il muscolo serve a poco, il dolore non passa.
Provo a scioglierlo con le dita, fa male, fa proprio male.
Riprovo a correre, piano piano, un pochino ci riesco, ma c'è un fondo di dolore che non se ne va.
Arrivo piano piano al ristoro del km30, qui devo arrendermi, mi fermo, vorrei quasi ritirarmi, sarebbe la prima volta ma non vedo il senso di continuare per magari peggiorare la situazione.
Mi spiegano che dovrei aspettare il passaggio dell'ultimo concorrente per trovare un veicolo che mi riporti alla partenza.
Quanto sarà distante? Un'ora? Di più forse.
Decido di fare una lunga passeggiata verso Vercelli, sotto il sole, guardando con tanta invidia i tanti che mi sorpassano riuscendo a correre senza problemi.
Provo ogni tanto ad alternare qualche tratto di corsa leggera, ma dura poche centinaia di metri, poi sono costretto a camminare di nuovo.
E' un trascinarmi penoso fino agli ultimi chilometri, ormai so che arriverò in fondo, ma non so cosa potrò salvare di questa giornata.
Ho il tempo di guardarmi intorno, le risaie sono uno spettacolo, i podisti davanti a me sono l'unica forma di vita del paesaggio che vedo.
Finalmente si torna a Vercelli, il calvario sta per finire.
Con un certo fastidio guardo il garmin giusto nel momento in cui segna il tempo esatto che a Milano mi aveva visto sotto il traguardo...qui mi mancano ancora 4km, un'eternità...
Finalmente arriva il km41, la mia gamba fa ancora male ma si è riposata a sufficienza, sotto il traguardo non si cammina, e poi forse l'unica cosa salvabile della giornata è che si può comunque rimanere sotto le 4 ore.
Accenno qualche passo di corsa, fa male ma si può fare.
E poi al traguardo c'è un minimo di pubblico, decisamente caloroso nonostante il numero esiguo di persone.
Piacevole arrivare piano piano ma con tutti che ti incitano.
Dato il ritmo tartaruga, ho anche il tempo di godermi gli applausi, di ringraziare e di dare il cinque a qualche bambino.
Mi metto al collo una medaglia che forse ho comunque meritato per la solita testa dura che mi ha portato in fondo.
Mezz'ora più lento rispetto a Milano, quasi, ma so che l'appuntamento è solo rimandato....



lunedì 8 aprile 2013

MILANO CITY MARATHON 2013

Finalmente si corre! Quattro mesi di preparazione, la più dura che io abbia mai affrontato, l'unica in cui non mi sia concesso nessuna divagazione al programma, nessuna gara intermedia, niente di niente. Lavoro duro, con la speranza di essere ripagato. Nell'ultimo periodo sensazioni altalenanti, alcuni giorni mi sembrava di essere in forma, altri faticavo più del dovuto, insomma non avevo certezze se non quella di aver fatto tutto quanto potevo ragionevolmente fare.
La notte di sabato dormo tranquillo, non ho l'agitazione che a volte mi ha impedito di riposare bene prima di una maratona, ma domenica mattina al suono della sveglia mi accorgo di essere teso come una corda di violino.
Guardo dalla finestra, per terra è bagnato, ma non sta piovendo.
Confermo l'abbigliamento con pantaloncini e manica corta, alla fine sarà quello giusto.
I momenti prima della partenza sono davvero difficili, fa freddo, tra quello e la tensione i muscoli sono tutti tesi, sto già iniziando a consumare energie preziose.
La scelta finale è di correre in leggera progressione, partendo qualche secondo sopra il ritmo gara teorico e lentamente portandomi un po' al di sotto, se ci riuscirò, verso la fine della gara.
Al secondo chilometro ho già la necessità di fermarmi per un minuto per alleggerire la vescica e poter correre rilassato...la tensione e il freddo già mi hanno giocato il primo scherzo.
Forse è un po' troppo presto per fermarsi, visto che poi mi ritrovo intruppato in un gruppone di gente che va decisamente piano, e fatico a mantenere il mio ritmo.
L'inizio non è dei più promettenti, ma dopo qualche centinaio di metri ritrovo il mio spazio e il mio ritmo e proseguo tranquillo, stupendomi di come i cartelli chilometrici arrivino velocemente uno dopo l'altro, passo alla mezza maratona in 1h46.
Sto tenendo una media leggermente inferiore a quella teoricamente prevista, per ora non mi pesa, anzi, al km 28 mi sento ancora di aumentare un po', sono molto vicino in proiezione alle 3h30 e la cosa mi stuzzica non poco.
Al km 30 c'è il passaggio in una piazza Duomo con tanta gente, tanto tifo, qualcuno lo conosco anche, tanti bambini che danno il 5, sarà il chilometro più veloce della mia maratona e il motivo è che lo corro tutto sorridendo, e le gambe vanno da sole.
Passo ai 30 km in 2h30 esatte, più o meno sempre in linea con le 3h30.
Appena dopo però inizia un lungo tratto lastricato, difficile da correre a questo punto perchè bisogna stare costantemente concentrati sugli appoggi, per il rischio di inciampare e di farsi male.
Lo soffro molto, non vedo l'ora che finisca, per la prima volta faccio fatica, ma mi rendo conto che continuo a superare altri concorrenti, qualcuno già cammina, qualcuno ha rallentato già sensibilmente, io invece vado avanti.
Al km 35 mi convinco che è più ragionevole iniziare a usare il cervello piuttosto che andare avanti a testa bassa fino a sbattere contro il muro.
Sento di essere stanco, i segnali che ormai conosco cominciano a farsi largo nella mente, la voglia di camminare, il desiderio del ristoro, i calcoli sulla strada che manca al traguardo, sono tutte quelle piccole cose che presagiscono alla crisi vera e propria.
Rallento, apparentemente sensibilmente, fino a portarmi a un ritmo che mi pare tranquillo e confortevole. Non so a quanto sto andando, l'impressione è di aver rallentato tantissimo, poi vedrò che si tratta di una ventina di secondi al km, ma bastano per farmi star meglio e andare avanti.
Sembra assurdo quanto possano essere lunghi 3 km quando ne hai già corsi 39.
Al ristoro del 40°, ben sapendo che il sogno delle 3h30 è sfumato, ma allo stesso tempo cosciente di avere ampiamente sbriciolato il mio precedente miglior tempo, mi concedo qualche metro al passo per bere un bicchierone di integratore, ho sete e sono stanco ma voglio arrivare bene, non di certo camminare negli ultimi 2 km, visto che sono riuscito a non farlo finora.
Riparto con relativa tranquillità, e finalmente finisce il rettilineo di corso Sempione, le due indicazioni ravvicinate prima del km 41 e poi dell'ultimo km sono una gioia per gli occhi, per il cuore, per la testa e per le gambe.
Cominciano le transenne, la gente è sempre di più, so che mancano due curve e voglio godermele tutte, guardo a destra e a sinistra, è bello vedere le facce di chi ti sta aiutando ad arrivare al traguardo.
Alla fine 3h34, un tempo per cui avrei firmato alla vigilia, frutto di una tattica forse scriteriata, ma anche di una buona gestione del momento difficile quando ce n'è stato bisogno.
Per la prima volta sono nel primo terzo dei classificati, dai parziali vedo che ho recuperato quasi 600 posizioni tra il rilevamento del km 5 e la fine.
Medaglia e maglietta stavolta sono ben meritate, dai.
 
 
 

mercoledì 3 aprile 2013

Poche idee ma confuse

Finita.
Con i 10km lenti di stamattina, ho concluso la preparazione per la Milano City Marathon.
Come sempre e più di sempre, anche questa volta è stato un viaggio, ancora più tosto e più sofferto del solito, vuoi per la durezza della tabella in sè, che mi ha portato a correre ben più di 300km al mese, vuoi per il fatto che ho volutamente evitato di inserire appuntamenti intermedi per non appesantire ulteriormente un lavoro già importante.
Arrivo all'appuntamento milanese con la soddisfazione e quasi lo stupore di aver concluso una preparazione tanto impegnativa senza problemi fisici e riuscendo a reggere i ritmi, fisicamente e mentalmente, tanto da mettere in dubbio, negli ultimi giorni, il ritmo gara che avevo preventivato per la voglia di osare, di tentare di portare a casa qualcosa che ripaghi per tutte le fatiche di questo inverno, per tutte le sveglie con il freddo, il buio e la pioggia, per la tanta strada percorsa, per il fiato corto e le gambe stanche.
Per questo ho molti dubbi per la gara di domenica, dubbi che saranno risolti solo quando sentirò le gambe andare, e saprò se avranno la voglia e la forza di spingere magari oltre il previsto e il prevedibile o se bisognerà stare alle regole e non forzare troppo per non andare a sbattere.
Però ho anche tante piacevoli certezze, la principale delle quali è il gusto che anche questa volta il viaggio mi ha dato e mi sta dando, in questo momento in cui c'è l'attesa di raccogliere i frutti, ma anche durante i lunghi mesi in cui siamo stati soli, io e la strada da percorrere, con la sensazione che anche questa volta, comunque andrà, avrò messo un mattoncino, e che in minima parte queste scarpe consumate avranno contribuito a costruire un pezzetto di me.
Non vedo l'ora di domenica.

venerdì 8 marzo 2013

Hard work

Questo è il risultato della mia uscita di questa mattina, 23 splendidi chilometri tra pioggia e fango, che mi hanno riportato alla corsa vera, quella all'aria aperta, quella in cui respiri, in cui guardi, in cui ti senti vivo.
Certamente tutta l'acqua che mi è caduta addosso è stata ancora più goduta per via della reclusione degli ultimi 10 giorni, in cui mi sono trovato nell'impossibilità di allenarmi all'aperto.
La causa è stato un viaggio di lavoro a Cleveland, città non proprio ridente a ridosso del Canada, in cui vento e neve in questa stagione dell'anno sono costanti, con temperature che stazionano perennemente ben al di sotto dello zero.
Con tempo libero anche maggiore del solito, sono comunque riuscito ad allenarmi quasi quotidianamente, sfruttando una palestra ottimamente attrezzata e posizionata nei pressi del mio albergo.
Il posto è in tipico stile americano, enorme nelle dimensioni come tutto in America, dagli hamburger agli americani stessi!
Ho contato almeno una trentina di tappeti, molto spesso sovraffollati negli orari di punta, quando il posto diveniva molto frequentato dagli studenti del vicino campus universitario.
Alcune chicche sono state però molto gradite, prima fra tutte la recovery zone, in cui era possibile, a fine allenamento, farsi preparare ottimi frullati di frutta e proteine varie.
In totale 6 allenamenti nei 7 giorni di permanenza, per un totale che ha superato i 100km, con i quali prosegue la preparazione alla Milano City Marathon, con i tanti chilometri previsti dal metodo Albanesi.
Il mese di febbraio, con i suoi miseri 28 giorni, ha fatto registrare comunque un ampio record di distanza percorsa, con 317km totali...negli ultimi due mesi dunque ho migliorato di gran lunga la mia massima percorrenza mesile, che era stata registrata a gennaio 2012 con 237km, già battuti a gennaio 2013 con 252 e definitivamente annientati in questo febbraio di fuoco.
Il ritmo gara sembra essere abbastanza definito, oggi ho corso a questo ritmo 3 intervalli da 7km ciascuno, senza grosse difficoltà.
La prossima settimana avremo una conferma definitiva della sua adeguatezza con il lunghissimo da 36km, che vorrei correre con il metodo feelrace, con cui tanto bene mi ero trovato nell'ultima maratona, e che penso di utilizzare ancora in questa.
Quello sarà sicuramente il test più importante, anche se la settimana prevede anche un interessante 10+10km, i primi a ritmo lento e i secondi a ritmo più allegro, altro buon test e altro allenamento stimolante!

lunedì 11 febbraio 2013

Prime impressioni sul metodo Albanesi

 

 
 
Questa mattina ho corso 20km di puro piacere sotto la fitta nevicata che ancora non accenna a smettere.
Ero l'unico superstite dei pochi frequentatori abituali del parco nelle ore mattutine, tanto freddo ma l'occasione era troppo ghiotta.
Ne ho approfittato per svolgere uno dei lavori a chilometraggio "intermedio" della settimana, difficili da collocare nelle mie uscite prima dell'alba quando gli orari sono più stringenti.
Già, perchè i 20km ormai sono da considerarsi un chilometraggio intermedio...sto correndo un mare di chilometri, il carico è abbondante ma anche fortunatamente vario.
Ho deciso di seguire questo metodo per via di numerosi attestati della sua efficacia: chi è riuscito ad arrivare in fondo, ha poi raccolto i frutti del duro lavoro.
In effetti mai prima d'ora ho sperimentato qualcosa di così intenso come questa preparazione, che però, come dicevo, ha molti lati positivi, a partire dai tanti test che permettono di adeguare i ritmi, alla discreta varietà dei lavori, che comunque non prescinde mai dalla quantità dei chilometri (la settimana scorsa per la prima volta nella mia vita ho superato i 100km corsi in 7 giorni).
Difficilmente quindi ci si annoia, alcuni allenamenti particolarmenti duri poi danno motivazione e fiducia per i lavori successivi, in generale mi sto divertendo, il che, unito alla sensazione di star lavorando bene, porta la voglia di uscire sempre a livelli alti.
I ritmi che sto tenendo non sono particolarmente agevoli, anche gli allenamenti più lenti non sono mai delle passeggiate, il che aiuta molto la concentrazione e aumenta di conseguenza la soddisfazione per i lavori portati a termine.
Tanta fatica non va dilapidata, e quindi sto cercando un secondo obiettivo, dopo Milano, per avere almeno un paio di cartucce da sparare.
la scelta è tra Vercelli e Trieste, con la prima al momento nettamente favorita per motivi logistici (la seconda lo sarebbe per motivi paesaggistici, ma è un viaggio decisamente di altra portata).
Deciderò all'ultimo... 

lunedì 7 gennaio 2013

Consuntivi e aspirazioni

Ogni inizio di un nuovo anno porta con sè l'inevitabile tentazione di uno sguardo a ritroso ai 12 mesi appena trascorsi, per cercare di trarne una sensazione se non di soddisfazione piena, per lo meno di un passo avanti.
Dal punto di vista podistico, questo 2012 è stato sicuramente molto ricco.
Prima di tutto è stato molto ricco di gare: 18 quelle a cui ho partecipato, il che per me è un bel numero, considerando che negli anni scorsi identificavo all'incirca un appuntamento agonistico al mese.
C'è da considerare che 6 di queste facevano parte del Giro Podistico del Varesotto, e si sono quindi concentrate in un periodo di tempo molto ristretto, a cavallo dei mesi di maggio e giugno.
Proprio da queste è arrivato il primo traguardo, sicuramente inaspettato: in una calda serata bustocca ho concluso la mia prima gara sotto i 4' al km, scendendo sotto i 20' nei 5000m, un risultato che già da solo per me potrebbe valere una stagione.
Sui 10'000m non è andata altrettanto bene: al disastro di Saronno si è affiancata una discreta prestazione milanese, ottenuta in piena fase di preparazione alle maratone autunnali, ma comunque su questa distanza ci sarebbe ancora tanto lavoro da fare, per il momento mi accontento di viaggiare in un dintorno basso dei 45', ma potrebbe essere un obiettivo da mettere in programma per la primavera-estate del 2013.
Altrettanto trascurate sono state le mezze maratone, utilizzate solo come distanza di test e preparazione per le gare più lunghe.
Nonostante questo, anche qui è successo qualcosa di sorprendente, con un PB registrato a inizio stagione, in periodo di carico pre-maratona di Treviso, e soprattutto correndo a -10°C !
Quello che è successo a Lecco ancora non me lo sono spiegato, ma sicuramente mi fa ben sperare per quanto riguarda i miei margini di miglioramento anche su questa distanza.
La stagione passata è invece stata sicuramente incentrata sulla distanza regina.
Ho corso 4 maratone, con risultati che ad inizio anno avrei sottoscritto, ma che paradossalmente invece oggi vedo principalmente come uno stimolo per il futuro.
Sono state 4 gare molto diverse tra loro, Treviso è stata la prima volta sotto le 4 ore, con un finale sprintato che mi ha fatto capire di avere del margine, margine che mi sono andato a prendere qualche settimana dopo sotto il diluvio di Milano, sempre con relativamente poca sofferenza.
La sofferenza dei 42km l'ho infatti riservata interamente all'appuntamento di Verona, dove ho ritrovato quelle sensazioni che speravo di aver archiviato per sempre, ma le condizioni in cui mi sono trovato in questa circostanza mi hanno fatto una volta di più capire che con questa distanza non si scherza, non si può sottovalutarla.
Non l'ho sottovalutata nella mia prima gara estera, se di estero si può parlare in Canton Ticino, da cui mi sono portato a casa un tempo che a inizio anno non potevo nemmeno sognare, inferiore di quasi mezz'ora al personale con cui avevo iniziato l'anno.
Di sicuro il 2013 inizia con buone speranze di miglioramento sulle distanze medie e lunghe, sto lavorando principalmente per limare ancora il possibile in maratona e arrivare vicino al sogno delle 3h30', che vedo però ancora difficilmente realizzabile a breve, ma non impossibile per il futuro.
Tutto il resto che verrà, sarà ben accetto, l'importante è continuare a divertirsi e a correre tanto!