sabato 13 ottobre 2012

Verona Marathon, il caldo che non ti aspetti


Lo avevano preannunciato, sarebbe stato l'ultimo weekend estivo.
Ma non ci si aspettava una coda di caldo così intenso.
Già la giornata di sabato aveva preannunciato temperature elevate, il giro turistico pre-gara era stato molto piacevole, si girava tranquillamente in maglietta, ma un conto è passeggiare, un conto correre 42km e rotti.
Domenica mattina la sveglia suona presto, alle 5:15 sono già in piedi, dopo una notte di dormiveglia, più che di vero sonno.
So che l'obiettivo che oggi mi sto ponendo è ambizioso, sul mio braccialetto sono segnati numeri che so essere alla mia portata, ma che non sono certo il preludio a una tranquilla passeggiata.
L'idea è di partire a un ritmo intorno ai 5'10" e vedere cosa succede.
Le buone intenzioni sono confortate dalle sensazioni incoraggianti date dal lunghissimo di 35km, chiuso in progressione a una media di poco superiore a quella prevista.
Dopo la solita colazione leggera, comincia il viaggio di avvicinamento alla partenza.
Si esce dal residence che è ancora buio, la prima tappa prevede bicicletta fino alla zona arrivo, un paio di chilometri col fresco della mattina vanno via tranquilli, cerco di pedalare sciolto per non consumare minimamente il prezioso glicogeno che i miei muscoli hanno con tanta cura accumulato nei giorni scorsi.
La zona arrivo, in piazza Brà, con l'Arena sullo sfondo, è quasi surreale: tutto è pronto, gonfiabili, transenne, striscioni, ma nessuna umanità, solo pochissimi addetti agli ultimi ritocchi in vista della giornata. Mi immagino come potrà essere lo stesso posto la prossima volta che lo vedrò (sempre che abbia ancora la forza di mettere a fuoco, la prossima volta!).
Prima navetta fino al palasport, siamo a bordo in 5...
Al palasport invece c'è più gente, la seconda navetta, quella che ci porterà alla partenza, è riempita fino all'ultimo posto.
Il viaggio dura una buona mezz'ora, chiudo gli occhi cercando di addormentarmi, ma l'adrenalina già circola, risvegliata dall'odore di canfora e dalle chiacchiere dei (futuri) maratoneti che ho attorno, chi parla delle ultime gare, chi delle previsioni per quella che ci apprestiamo a vivere...il discorso che attira di più la mia attenzione lo sta facendo un ragazzo che parla inglese, e che sta raccontando di avere un personale di 3h15', ma di avere in corso una specie di sfida per cui deve correre molte maratone ravvicinate, quindi dichiara prima che starà tra le 3h30' e le 3h40', ma un minuto dopo è già passato a stare sotto le 4h.
Non so come avrà finito, ma spero che la sua gestione della gara sia stata più lucida del suo discorso.
La nostra è la prima navetta a giungere a destinazione, mancano ancora due ore alla partenza, la prima la trascorro tranquillamente seduto e al caldo, cercando di riposarmi il più possibile, poi piano piano mi tolgo la tuta e indosso pantaloncini, canottiera e tutto il resto.
Gli ultimi minuti sono dedicati alle pubbliche relazioni prima di entrare in griglia.
Trovo casualmente anche Lamberto, un runner appartenente a una società delle mie parti, scambiamo due parole, abbastanza da scoprire di avere all'incirca lo stesso obiettivo finale, ma poi ci separiamo.
Dopo un paio di chilometri dal via però lo trovo al mio fianco, capisco che vuole compagnia e mi dico che anche a me non dispiace, all'inizio può essere un modo per far passare i chilometri più noiosi, mentre alla fine può rappresentare un aiuto non indifferente, il non essere da solo.
La strada scorre sotto di noi velocemente, tra qualche chiacchiera e lo sguardo costantemente rivolto al paesaggio della Valpolicella, che ci fa compagnia fino alla mezza maratona.
Campi e vigneti che abbiamo di fianco ci distraggono parzialmente dal percorso, che in realtà è piuttosto nervoso, con frequenti saliscendi, dolci ma prolungati e qualche strappetto deciso.
Con la freschezza della prima parte di gara non ci si fa quasi caso, ma mi viene da pensare che alla lunga potremmo anche pagarla.
Arriviamo al palasport, intorno al 25°km, e noto che Lamberto rimane sempre leggermente dietro di me.
Dopo il ristoro, piano piano comincio a perderlo di vista, capisco che è stanco, e lui stesso mi dice che, se ne ho di più, devo sentirmi libero di andare avanti.
Un po' a malincuore mantengo il mio ritmo senza più voltarmi e mi chiedo quanto sia rimasto indietro.
Una farmacia mostra un inquietante +26°C.
Si suda, ho fatto attenzione a bere sempre a tutti i ristori e ho anche recuperato una spugna da usare regolarmente, ma comunque il caldo si sente.
Passano pochi chilometri e inizio anche io a sentire la stanchezza.
Capisco che sarà dura tenere lo stesso ritmo fino alla fine, il percorso adesso non ha più saliscendi ma è diventato molto tortuoso, siamo in città e si gira un po' in tondo. Addirittura al 33°km si passa già da piazza Brà, saprò solo alla fine che in questo passaggio si sono ritirati molti dei 600 che non arriveranno alla fine.
Al km 36 ecco la vera crisi. Mi sento davvero debole, e comincio ad avere in mente solo la voglia costante di acqua, diventa quasi un'ossessione, ristori o spugnaggi non fa più differenza, ad ognuno mi fermo per bere e per bagnare la spugna anche 2-3 volte.
La strada non scorre più sotto i miei piedi, ogni passo va pensato e spinto avanti, è una difficoltà nuova, non sono i muscoli, non ho crampi, o per lo meno non ne ho di violenti, per il momento riesco a gestirli rallentando un po' o facendo qualche tratto al passo.
Già, il passo. Cerco finchè posso di scacciare l'idea di alternare corsa e cammino, ma ad un certo punto sono costretto ad ammettere che sto rischiando davvero di saltare, di non arrivare alla fine.
Cartello del km 38, era una vita fa quando ero al 36, come ho fatto a fare così poca strada in tanto tempo?
Naturalmente l'obiettivo cronometrico iniziale è ormai del tutto compromesso, non so nemmeno se riuscirò a stare sotto il tempo dell'ultima, non so nemmeno se starò sotto le 4 ore...in realtà non sono nemmeno tanto sicuro di riuscire a percorrerli tutti, questi 4 chilometri.
E dire che a casa se mi dicessero che devo uscire per correre 4km risponderei che non ne vale nemmeno la pena, che per una distanza così non mi cambio neanche...e invece adesso per rendere sopportabile l'idea, devo dividerli in 2 e poi ancora 2.
Sono un calvario, ma alla fine arrivo in vista di piazza Brà.
Al ristoro del 40° intanto mi ha raggiunto Lamberto, che corre piano piano, ma va fiero del fatto di non aver mai camminato.
Proviamo a scherzare un attimo sui nostri dubbi di inizio gara rispetto ai saliscendi che avevamo forse sottovalutato, ma lo scherzo dura poco.
Ci sproniamo a vicenda, ma non riusciamo nemmeno a stare insieme, ognuno a questo punto deve andare avanti nel modo che sente più facile.
Dopo un po' di elastico, ci ritroviamo di nuovo in piazza Brà, io sto riprendendo le forze per l'ennesima volta perchè voglio entrare nell'Arena correndo, lui mi passa accanto e letteralmente mi risucchia nella sua scia, convincendomi che il personale per me è ancora possibile.
Non ho idea se sia vero, ma faccio finta di crederci, e lo seguo.
Piano piano, con le gambe che fanno male, entriamo nella piazza, tanta gente, me lo aspettavo, mi ritorna in mente l'immagine di questa mattina, sembra un posto diverso, come si è potuto trasformare così tanto in poche ore?
I muscoli sono durissimi, temo un crampo che mi costringerebbe a fermarmi, ma non arriva.
L'ultima curva e si entra nell'Arena, non vedo altro che il traguardo, finalmente è a pochi passi.
La mano di Lamberto davanti a me, ci metto un attimo a capire, vuole che arriviamo insieme, braccia alzate e l'ultimo dei 42195 metri è finalmente alle spalle.
Riesco solo a ringraziarlo, chiudiamo in 3h51', il personale è arrivato davvero, 1 minuto e mezzo meno di Milano, è un soffio su una distanza così grande!
Una ragazza mi porge la medaglia, sento di averla davvero guadagnata: "no, non darmela in mano, me la devi mettere al collo!".
Mi sorridono, la ragazza e la medaglia insieme....

4 commenti:

  1. Bravissimo! Hai fatto il personale in condizioni molto piú difficili che a Milano. E poi un PB é sempre un PB, anche se fosse di 5" :)

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    1. Diciamo che anche Milano ha avuto le sue...però di certo da questa gara mi porto a casa una soddisfazione particolare, soprattutto a posteriori, considerando che tanti non l'hanno finita e altrettanti hanno lasciato per strada ben più del quarto d'ora che manca a me...

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  2. Grande Paolo ! È sempre un piacere leggere i tuoi racconti...complimenti ! Nicola

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    1. Grazie Nico!
      Per me è un piacere sapere che tu mi leggi sempre.
      I complimenti stavolta forse li merita più il racconto che non la gestione della gara, purtroppo...

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