lunedì 12 novembre 2012

Maratona del Ticino 2012

Avevo deciso di aggiungere una maratona in fondo a questa stagione intensa esattamente 10 minuti dopo l'arrivo a Verona.
Sapevo che nelle gambe avevo un tempo migliore di quello ottenuto in quella mattinata torrida, e soprattutto non volevo lasciar passare troppo tempo da una gara conclusa sulle ginocchia, lasciando sedimentare la sensazione di averla finita male.
Questa gara veniva a proposito: non troppo affollata, percorso piacevole, non troppo lontana da casa.
Da subito avevo deciso di affrontarla con una tattica nuova, il famoso metodo feelrace di cui avevo parlato anche qui qualche tempo fa.
Dopo la gara di Verona avevo inserito solo un altro lunghissimo di 34km, affrontato proprio con il metodo di cui sopra, e negli ultimi giorni avevo cercato di scaricare il più possibile, sapendo che, dopo una stagione impegnativa come quella che mi sono imposto, per fare bene alla seconda maratona ravvicinata non era certo l'allenamento duro che era necessario, quanto piuttosto il cercare di recuperare il massimo delle forze.
Dopo una settimana di giornate fresche ma limpidissime, arrivo al weekend con previsioni quanto meno disastrose per tutto il nord Italia...e la Svizzera di certo non era messa meglio.
Sabato sera arrivo al piccolo hotel che avevo scelto nei pressi della partenza sotto una pioggia battente.
Provo a cercare una parola di conforto nella signora che mi fa il checkin, provando ad azzardare un timido "magari domani migliorerà", ma la risposta che ottengo non è esattamente quella sperata: "può essere, magari in serata".
La mattina, al risveglio, ascolto subito e il ticchettio che sento fuori dalla finestra è una sentenza inappellabile.
Piove. Anzi, diluvia.
Ripenso a Milano, ad aprile. Pioggia a secchi per tutta la gara, ma nessun problema fisico e 5 minuti in meno rispetto al tempo di Treviso di 6 settimane prima.
Si può fare anche così, dai!
Il centro sportivo di Tenero è un gioiello, penso a quanto sia difficile trovare in Italia un posto così.
Mi cambio in un ampio spogliatoio caldo, la voglia di uscire al freddo e sotto la pioggia incessante non è di certo tanta.
Per fortuna la partenza è posizionata a 10 metri dall'uscita, quindi posso attendere che manchino pochi minuti alla gara prima di decidermi a posizionarmi in griglia.
Nonostante i partecipanti alla mezza siano molti, gli organizzatori hanno previsto partenze scaglionate, quindi non c'è assolutamente ressa, e la partenza è molto semplice.
La mia tattica prevede di usare i primi 3km per innescare il metabolismo lipidico. Devo quindi stare particolarmente attento a non farmi trasportare dalla voglia di correre e dalle tante persone che ho attorno e che partiranno verosimilmente più forte di me.
Il primo km segna 5'20. Troppo veloce. Il cuore però è ancora nei limiti stabiliti, siamo intorno ai 140bpm, non deve salire più di così in questa fase.
Il secondo e terzo km sono i più lenti della gara, come previsto, addirittura sopra i 5'40.
Al terzo km perdo la fascia cardio, nel senso che inizia a sparare numeri assolutamente inattendibili, per cui decido di proseguire con la strategia della corsa in progressione, ma dovrò da qui in avanti farmi guidare più che altro dalle sensazioni e non più troppo dai numeri.
Dopo il terzo km mi porto sui 5'20, dovrò tenere questo ritmo confortevole fino al km 14.
Siamo in piena campagna, mucche ai bordi del percorso, naturalmente nemmeno uno spettatore, la concentrazione va a cercare di schivare le numerosissime pozzanghere che invadono la strada, a volte si può, ma a volte è inevitabile affondare in 10cm di acqua che invade tutta la larghezza dell'asfalto.
Intorno al km11 c'è una serie di salitelle, una in particolare più lunga delle altre, adesso non causa nessun problema, ma penso che al prossimo giro corrisponderà al punto critico del km30 e cerco di prendere qualche riferimento.
Si entra in città, Locarno e il suo lungolago sarebbero piacevoli e accoglienti, non fosse per tutta quell'acqua che non ci dà tregua e tiene lontani gli spettatori.
Anche in città ci sono pochissime persone ad assistere al nostro passaggio, ma quelle che ci sono si mostrano particolarmente calorose. Ringrazio e proseguo.
Al km14, puntuale, alzo ancora un pochino il ritmo, siamo all'ingresso di una specie di parco lungo il lago, ho davanti ancora molto tempo e molta strada, guardo i partecipanti alla mezza maratona che stanno già pensando all'arrivo, io ancora non posso farlo.
Il ritmo di questo segmento di gara, che dovrebbe portarmi fino al km28, dovrebbe essere di qualche secondo sotto i 5'20, diciamo che idealmente vorrei stare sui 5'16, ma poi sarà qualcosina di più.
Passo la mezza maratona e mi accorgo di un evento che non avevo considerato.
I partecipanti alla maratona sono relativamente pochi, e dopo la metà della gara il gruppo risulta molto sgranato, per cui mi ritrovo, nel tratto in campagna, a correre completamente da solo, niente pubblico e niente compagni di strada, sembra di essere in allenamento.
Continua a piovere, forse leggermente meno rispetto all'inizio, ma ormai è un dettaglio, non ho un solo centimetro che sia asciutto, però non ho freddo, la mia scelta di abbigliamento si sta rivelando azzeccata.
Anche la scelta tattica sembra esserlo, di tanto in tanto compare un puntino all'orizzonte, è un runner davanti a me. Piano piano lo vado a riprendere fino a sorpassarlo.
E' una scena che si ripeterà un buon numero di volte nella seconda metà di gara, in cui io invece non subirò nessun sorpasso.
Decido comunque di giudicare con obiettività la mia condizione una volta raggiunto il km28.
A Verona a quel punto avevo già cominciato a sentirmi un po' stanco. Se sarà così anche oggi, naturalmente non potrò accelerare per l'ultimo segmento.
Il km28 arriva anche prima del previsto, questa faccenda dello spezzare la gara in diversi segmenti è molto utile dal punto di vista psicologico: la maratona diventa non una ripetizione di 42 volte la stessa cosa, ma un insieme di piccoli tratti a sè stanti.
Non posso dire di non sentire di avere ancora energie.
Accelero e mi porto intorno ai 5'10.
E' un ritmo che conosco bene, chiaramente dopo quasi 30km ci metto un attimo a trovarmici a mio agio, complice la famosa salita che mi aspetta al varco.
Superata quella, cominciano tratti di discesa, uno in particolare lungo e ripido, cerco di correrlo con i muscoli rilassati ed evitando il più possibile i contraccolpi.
Siamo di nuovo a Locarno, le gambe stanno bene, proseguo fino al km35 e capisco che oggi la giornata sarà positiva.
Manca ancora molto, ma la testa sta tenendo bene, non ho nessun desiderio di fermarmi a riposare, è evidente che ne ho ancora, non devo combattere per continuare a correre, anzi, sono contento di come sto andando.
Al km38 un po' di stanchezza arriva, le gambe danno qualche segno di irrigidimento, voglio arrivare correndo e decido di rallentare leggermente. Vedrò poi che mi porto sui 5'32, ma basta questo per darmi la sensazione di poter arrivare in fondo tranquillamente.
Al traguardo sono decisamente soddisfatto, la gestione della gara è stata ottimale, la seconda mezza (1h52') decisamente più veloce della prima (1h54') per un totale di 3h46', 5 minuti più veloce di Verona passando alla mezza 5 minuti più lento.
Dunque ampio personal best in una gara dalle condizioni climatiche ancora una volta non ottimali, ma finita bene, unendo alla condizione e alla tattica un pizzico di esperienza nel momento più difficile, per non rovinarmi il gusto dell'arrivo in volata.
Al link qui sotto i dettagli: