venerdì 27 aprile 2012

Corrincontrada

Dopo il (meritato) riposo successivo alla maratona di Milano, domenica ho mosso i primi timidi passi a ritmo veloce, in vista della stagione estiva.
Lo scorso anno era stato molto produttivo (i frutti si sono visti in inverno e primavera, con PB sia sulla mezza che sulla maratona) dedicare l'estate al miglioramento della velocità di base.
Avevo corso un paio di 10km  e la Magnago Jackpot Run di 5,7km.
Quest'anno, tenuti fermi la stessa Jackpot Run e la versione estiva della Cinque Mulini (piacevole gara serale inaugurata l'anno scorso), mi solletica l'idea del Giro del Varesotto, 6 tappe all'insegna della velocità.
Domenica allora primi passi verso la preparazione.
Come aperitivo, l'occasione è stata quella della prima edizione di una gara organizzata dalla contrada di San Bernardino, a Legnano, due passi da casa.
Non ero sicuro di correre, sapendo che i miei quadricipiti si sarebbero ribellati alla velocità, solo 7 giorni dopo la maratona, ma poi il clima finalmente primaverile del sabato, dopo tanti giorni di grigio e di pioggia, mi ha definitivamente convinto.
Domenica mattina cielo grigio e temperature fresche, l'ideale.
Trovo alla partenza un discreto numero di persone, un amico mi dice anche che ci sono atleti di livello: io, che di certo non ho ambizioni di classifica, penso solo a divertirmi.
La gara prevede un giro sulle strade semideserte della domenica mattina (comunque ben presidiate per la temporanea chiusura al traffico, non molto gradita ad alcuni automobilisti locali), per un totale di 7,5km.
Provo a impostare un ritmo che vorrebbe essere quello di una futura 5km, il primo chilometro vola via facilmente a 4'05" e quasi mi stupisco di tanta leggerezza.
Ma poi, ovviamente, i nodi vengono al pettine, e i tempi inevitabilmente si alzano, fino a concludere i 7,2km reali a una media finale superiore a 4'20".
Non c'è problema, avevo voglia di correre, dopo una settimana, e questo ho fatto.



In settimana ho iniziato una preparazione reale, strutturata ai fini delle gari brevi che ho in programma.
Martedi un fondo lento di una decina di km, mercoledi ripetute (quanto tempo che non le facevo! non mi mancavano, però...), 10 volte 500m a 4'15" con 2' di recupero tra una prova e l'altra, stamattina un progressivo con 20' a 5'15, 20' a 4'50, 2' a 3'57".
Vedere un numero 3 come prima cifra colpisce l'occhio, non ci sono abituato, lo prendo come un augurio per la stagione che verrà!

mercoledì 18 aprile 2012

Le scarpe si asciugano, la soddisfazione resta!

Esperienza nuova, quella della maratona di domenica. Per la prima volta corro così vicino a casa da poter passare la notte precedente alla gara nel mio letto e da potermi permettere una vigilia di vero riposo, senza l'impegno di un viaggio o della visita di una città.
La sveglia suona come per un normale giorno di lavoro, e fatico non poco ad entrare nell'ordine di idee che la giornata che sta iniziando sarà speciale: tutto sembra identico alle mattine di sempre.
Invece ecco i consueti riti pre-gara, quelli delle domeniche di resa dei conti e di verifica del lavoro svolto, compresa quella colazione un po' particolare, a base di pane tostato e marmellata, che rimane l'ultimo momento di pace nel silenzio della casa ancora addormentata, prima che l'adrenalina cominci a scorrere.
Non guardo nemmeno fuori dalla finestra, tanto lo so già che piove...quanto, non voglio scoprirlo.
Si parte per Rho, dove arrivo sotto una pioggia non proprio battente, ma intensa quanto basta per essere fastidiosa.
L'attraversamento della fiera è lungo ma per lo meno coperto, così come gli "spogliatoi" improvvisati nel parcheggio sotterraneo.
Lì comincio ad incontrare qualche volto noto, il ritrovarsi con gli amici prima delle gare sta cominciando a diventare una piacevole abitudine! Il tempo in compagnia passa in fretta, e dopo un attimo si entra nella gabbia di partenza.
Non è senza una certa soddisfazione che entro in quella che porta la scritta: 3h30' - 4h00', premio per la mia ultima fatica in terra trevigiana.
Finalmente, inno nazionale e colpo di cannone.
Via.
Mi basta correre 500m che già capisco che la mia vescica mi imporrà presto un pitstop forzato.
Lascio passare un paio di chilometri, giusto per non trovarmi poi invischiato in mezzo a chi va molto più piano di me e rischiare di perdere tempo ed energie preziosi, ma poi sono costretto a regalare un minuto al mio benessere psicofisico...impossibile correre 42km con l'idea che ti scappa!
Mi accorgo di correre un paio di chilometri troppo veloce, alla ripresa, dal momento che subito mi riporto sul tempo medio che avevo deciso in partenza...cerco allora di concentrarmi sul ritmo comodo che avevo impostato all'inizio, le pulsazioni scendono, il respiro rallenta, il crono è stabile e non dà nessuna ansia, i chilometri passano e come per magia quel ritmo a cui mi sento di procedere tranquillo è lo stesso che il cardiofrequenzimetro mi consiglia.
Naturalmente tattica vincente non si cambia, a Treviso non avevo saltato nessun ristoro, e qui faccio lo stesso, un sorso d'acqua e via, ma un sorso almeno lo bevo sempre.
Quasi commoventi i volontari che porgono spugne, nessuno sicuramente ha necessità di bagnarsi, la pioggia non dà tregua; allora, forse per convincere qualcuno dell'utilità del loro ruolo, cercano di farci credere che siano asciutte...come faranno ad esserlo rimane un mistero che non ho voluto approfondire.
Al passaggio della mezza maratona, superato un guado profondo quanto inquietante, butto un occhio al GPS, per la prima volta guardo il tempo, finora ho sempre e solo controllato i passaggi chilometrici, in linea con tempi da 3h50' finali. Ne ho una conferma, il passaggio alla mezza dice 1h54'.
Adesso però c'è un particolare che avrà il suo peso, e che, pur avendo previsto, non posso evitare: si entra in città ed il percorso si fa più tortuoso, sarà inevitabile cominciare a fare tanta strada in più.
Vedo infatti che lo scarto tra la distanza rilevata al GPS e i cartelli chilometrici si fa sempre più abbondante, mentre si riduce progressivamente il mio vantaggio rispetto alle 3h50'.
Il passaggio in piazza Duomo è spettacolare, c'è tanta gente nonostante l'acqua, mi torna in mente il mio sguardo dello scorso anno quando, appena iniziata la mia frazione della staffetta, superavo proprio qui tanti maratoneti a cui vedevo stampati sul volto e nelle gambe i 25km già percorsi.
Quest'anno quei chilometri sono anche sul mio volto bagnato e nelle mie gambe, che però sembrano non farci caso e continuano a girare senza troppo sforzo.
Al 30°km ho percorso già 400m in più rispetto alle segnalazioni ufficiali, e capisco che dovrei accelerare se volessi veramente concludere con questo crono.
Faccio un rapido checkup...la frequenza è un po' salita, le gambe ci sono e il fiato anche...decido comunque di rimanere costante e di osservare l'evoluzione degli eventi.
D'altra parte, la maratona comincia adesso...
Al ristoro del 30° la sorpresa del gel, identico a quelli che uso di solito: visto che la stanchezza si fa sentire, ne approfitto e mi gioco questa carta in più, riservandomi l'ultimo che pende dai miei pantaloncini per eventuali momenti di difficoltà in seguito.
La pioggia non dà tregua, il fondo in città si fa più irregolare, vedo che tanti sono in difficoltà, il superarli piuttosto che darmi euforia mi fa prestare più attenzione ai segnali che arrivano dalle mie gambe: sono sicuramente più tranquillo che a Treviso, adesso so che posso arrivare in fondo a una maratona senza avere problemi, ma ho letto troppe storie di gente andata a sbattere contro il "muro" per rilassarmi del tutto.
Al 35° mi gioco anche il gel di riserva, comincio a essere davvero stanco.
Manca poco al traguardo, dalla mia tabellina di riferimento so di essere un paio di minuti oltre le 3h50' in proiezione, però credo di aver anche inconsciamente rallentato di qualche secondo negli ultimi passaggi chilometrici, forse mi sto involontariamente preservando dallo scontro col muro.


Passano il 39° e il 40°, sto meglio, il GPS me lo confermerà, in questi passaggi ho accelerato, il 41° arriva veloce, mi ricordo di 6 settimane prima, a Treviso a questo punto volavo!
Oggi non volo, ma riesco senza troppi problemi ad essere costante, voglio arrivare sul traguardo con ancora un po' di energia per....chissà se riesco a fare quello che ho in mente di fare!
Quasi inaspettato arriva un cartello che dice 250m al traguardo, siamo in piazza Castello, un lungo curvone a destra ed ecco il traguardo, si avvicina sempre più, ce l'ho a portata di mano e anche stavolta il muro non l'ho visto, sto cominciando proprio a divertirmi anche correndo le maratone!
Sono sotto l'arco, il display è sopra di me....dai che ce la faccio! Salto per toccare quella serie di numeri che dice che ho migliorato il mio primato personale di 5 minuti, atterro appena oltre il traguardo...e lì mi fermo, il flessore destro diventa di marmo e mi provoca una smorfia di dolore, chissà nelle foto che faccia avrò!
Per qualche minuto rimango fermo, un metro dopo il traguardo, in mezzo ai fotografi che aspettano chi ancora deve arrivare e non si curano più di me.
E io ne approfitto, so che quella pioggia è l'ultima, so che tra poco sarò caldo e asciutto, so che ho appena fatto qualcosa di grande, e so che mi sono divertito, che ricomincerei da capo se solo le gambe me lo permettessero.
Sono di nuovo oltre il traguardo di una maratona, per la quinta volta in 16 mesi.
E sono io che ho fatto questo, io che mi sono alzato alle 5 quando fuori c'erano -15°, che non ho aspettato i bambini nel lettone la domenica mattina, che ho sacrificato ore di sonno, riposo dopo il lavoro, tempo per fare tante cose che mi sarebbe piaciuto fare.
Sono io che l'ho fatto, ma il bello non è tutto qui, non è finito.
Adesso vado a festeggiare con chi sarà contento con me per la mia soddisfazione!



venerdì 13 aprile 2012

Maratona bagnata....

...e speriamo che il detto si completi con la rima consueta!
Le premesse sono interlocutorie: da un lato temevo che, a sole 6 settimane dai 42km corsi a Treviso, mi sarei sentito stanco o svogliato, mentre invece mi trovo pieno di voglia di correre e con la sensazione di essere in forma; dall'altro, c'è il meteo che potrebbe rovinare tutto, se la giornata fosse eccessivamente piovosa.
Il fatto che io stia bene (o per lo meno, che mi senta così) ha avuto una conferma ieri mattina: per puro caso sono riuscito a programmare un test del lattato giusto pochi giorni prima della maratona, e il risultato è stato abbastanza strabiliante, visto che mi ha dato l'ennesima conferma che in maratona non sono mai (anzi...preferisco dire "ancora"!) riuscito ad ottenere un tempo che rispecchi il grado di allenamento che ho raggiunto con non poca fatica.
In pratica, secondo il test, potrei correre ipoteticamente la maratona in tempi che nemmeno oso sognare.
Ora, sognare è lecito, ma magari domenica è il caso di essere un po' prudente, non vorrei che tutto questo entusiasmo mi si ritorcesse contro!
Quindi adesso il grande dubbio: che ritmo impostare??
Una mezza idea me la sono fatta, non lo dico per scaramanzia, a Treviso avevo fatto così ed è andata meglio di quanto sperassi, non tanto in termini di crono, quanto per la birra che ancora sentivo di avere negli ultimi chilometri.
Da quel 4 marzo in poi, chiaramente, l'obiettivo minimo è quello di portare di nuovo a casa un tempo che abbia un 3 come primo numero.
Tutto quel che viene dopo è ben accetto, se poi si riesce a migliorare anche solo di qualcosina, tanto meglio.
Ieri sono stato al Marathon Village per il ritiro del pettorale e del pacco gara: niente di particolare, c'era poca gente e stand ancora in costruzione, ma l'atmosfera della maratona si comincia a respirare già da lì!
Domani si attacca il pettorale alla maglia e l'avventura (ri)comincia!

domenica 1 aprile 2012

Marzo pazzerello

Finisce un mese di marzo molto strano, in cui ho gareggiato tre volte per un totale di 2 maratone (una intera e due mezze).
La prima domenica ho corso i 42k a Treviso, la successiva ho onorato solo con la presenza (non con la prestazione) la mezza del lago Maggiore, e due settimane dopo ho corso meglio che potevo la Stramilano, uscendone tutto sommato soddisfatto anche se il personale non è arrivato.
In mezzo tra le due mezze (!), tanto per gradire, un bel lunghissimo di 35km, giusto per non perdere troppo l'abitudine alla distanza in vista di Milano.
Tra una gara e l'altra il disordine completo: settimana di riposo assoluto dopo la maratona, poi due settimane quasi normali, fino alla Stramilano, a cui sono seguiti altri 3 giorni di riposo per coccolare i quadricipiti doloranti.
La povera tabella creata ad hoc per l'interregno Treviso-Milano è stata usata come canovaccio su cui recitare a soggetto, e quindi alterata e stravolta come mai avevo fatto.
Questa settimana, per esempio, i 4 allenamenti con il lungo da 20km sono diventati 3 ma con il lungo da 25 corso ieri e portato a casa senza troppa fatica.
Facendo un consuntivo, avrei giurato di aver corso meno del solito in questo mese, ma alla fine, nonostante il numero delle uscite sia decisamente scarso (solo 12 contro le 16 di febbraio), il totale dei chilometri dice sorprendentemente 220!
Insomma, in un modo o nell'altro (più nell'altro in questo mese!) il lavoro è stato fatto, adesso si tratta di mantenere condizione e morale alti in queste ultime due settimane, e poi ci sarà l'esame finale...sperando di non arrivarci già con temperature da fine anno scolastico!