martedì 31 dicembre 2013

Più su che giù

Il 31 dicembre è inevitabilmente il giorno in cui, più che in avanti, si guarda indietro, all'anno che finisce, e si cerca di tirare qualche somma.
Il mio 2013 si chiude sicuramente in modo positivo, con un ultimo periodo, in cui ho scritto poco, ma per fortuna ho corso tanto, e con molto profitto, credo.
Le ultime settimane, da dopo la sorprendente mezza di Busto, mi hanno visto accogliere l'inaspettata proposta di un amico, molto più veloce di me, che è convinto di cavare sangue dalle rape, ossia di poter trasformare un bradipo per lo meno in una lumaca.
E' partita così una preparazione che mira alla maratona di Milano di aprile, ma che al contempo fa l'occhiolino alla mezza di Vittuone di metà febbraio.
Questo primo periodo è stato caratterizzato da una fase di potenziamento, fatta di ripetute, fartlek e salite, roba quasi sconosciuta per un semplice macinatore di chilometri come me.
Mi fa strano arrivare alla fine della settimana con solo una cinquantina di chilometri nelle gambe, ma allo stesso tempo vedo qualche secondo in meno qua e là, e soprattutto ho sensazioni più che positive, un esempio per tutti è la mia salita al Sacro Monte di Varese di domenica scorsa, un'impresa che avrei pensato di terminare sulle ginocchia e solo con grande fatica, e che invece mi è apparsa molto più naturale del previsto, lasciandomi le gambe integre e pronte a correre già dal giorno successivo.
Se penso alle prime ripetute in salita, un chilometro di lavoro totale, che il giorno successivo mi avevano lasciato un ricordo indelebile fatto di dolori ovunque, anche a braccia e spalle....che cambiamento in poche settimane!
Insomma, domani quando guarderò avanti al 2014, non potrò che essere ottimista e fiducioso che i risultati arriveranno.
Non si può peraltro dire che nel 2013 non siano arrivati, visto che ho portato a casa il personale su tutte le distanze, a volte frutto di tanto lavoro (vedi la maratona di Milano di aprile, arrivata al termine di un lungo periodo di preparazione fatto di ben più di 300km mensili), altre volte del tutto inaspettato, come nella già citata mezza di Busto, altre ancora più o meno previsto, ma magari non nell'entità, come in quella sera d'estate a Castano sui 5000.
Certo, non si può dimenticare che il 2013 è stato anche l'anno in cui ho dovuto fermarmi un attimo a pensare a cosa vuol dire per me avere la possibilità di mettere ai piedi un paio di scarpette e uscire a correre...e come troppo spesso accade, la consapevolezza di essere un privilegiato arriva quando il privilegio non ce l'hai più.
In quelle strane settimane tra agosto e ottobre, ho cambiato tanto del mio modo di guardare alla corsa, e ne ho tratto un gusto che prima non ho mai avuto, tanto alla ripresa lenta e faticosa, quanto adesso che le gambe girano come mai hanno fatto.
Il primo desiderio per l'anno che viene è proprio di mantenere questo gusto...poi un occhio al cronometro si butta sempre, perchè è bello godere del lavoro in sè, ma anche dei frutti che porta!
Buon anno....