mercoledì 29 febbraio 2012

La resa dei conti

Eccoci.
Oggi ho corso gli ultimi chilometri prima della partenza per Treviso.
Naturalmente nell'ultima settimana si stanno sovrapponendo tutte le peggiori congiunzioni astrali, con notti lavorative insonni e stanchezza generalizzata.
La preparazione è stata, in tutta sincerità, la migliore che abbia fatto finora, non un problema fisico, sempre regolare, non ricordo di aver mai saltato nemmeno uno degli allenamenti previsti, e in effetti, se vado a contare, ho corso quasi 800 chilometri negli ultimi 4 mesi, molti di più di quanto avessi mai fatto prima.
Domani ci sarà da organizzare tutto, e venerdi mattina si parte con tutta la famiglia al seguito, sperando di tornare con una medaglia al collo e un tempo che abbia un 3 come primo numero.
In fondo mi accontento di poco, no?

mercoledì 22 febbraio 2012

A sensazione

Dovrebbe succedere più spesso.
Stamattina, solita levataccia degli allenamenti infrasettimanali, sono bello pimpante, un po' saranno le scarpe nuove, un po' l'evento trevigiano che si avvicina (ormai è quasi tempo di toccarlo con mano!), ho proprio voglia di uscire.
Come sempre, per non svegliare chi a quell'ora sta giustamente ancora dormendo, ho preparato già da ieri sera tutto sulla poltrona del salotto.
Sono già vestito di tutto punto, quando mi viene un pensiero: "devo mettere il GPS sul davanzale per iniziale ad agganciare i satelliti!".
Già....il GPS....dov'è?
E qui la doccia fredda: l'ho portato al lavoro per caricarlo e lì è rimasto!
A questo punto i casi sono due: o mi tolgo tutto e mi rimetto a letto tentando di riprendere sono per l'oretta che mi rimane, oppure...
Oppure esco lo stesso e provo a correre a sensazione, vediamo quanto ho imparato a conoscermi in questi 2 anni abbondanti di vita da runner!
Il programma della giornata, tra l'altro, prevede due ripetute lunghe da 5km l'una, intervallate da 5 minuti di recupero.
Dovrei correrle all'incirca a 4'50min/km.
I miei percorsi cittadini sono sempre più o meno gli stessi, in quanto sfruttano le vie del centro, che sono le più illuminate.
Recupero quindi mentalmente un percorso che so essere di 5km giusti, e parto.
L'unico strumento che ho a disposizione è un orologio...da un rapido calcolo ottengo l'ora precisa in cui dovrei transitare al punto di partenza.
Proviamoci.
Spingo appena appena più del solito, mi baso sull'impegno fisico e sulla respirazione, che tengo un pochino impegnata.
Il difficile, soprattutto nel primo giro, è tenere costante il ritmo, che normalmente è più veloce in partenza, per poi assestarsi sui valori corretti. Chissà oggi a quanto sto correndo?
Non mi pongo il problema e mi gusto la mia corsa, non controllo nemmeno l'orologio perchè non ha senso farlo, non avendo riferimenti intermedi.
E' proprio bello correre così, mi accorgo di ascoltare molto di più i segnali del mio corpo, di seguire il respiro, di soppesare l'impegno dei quadricipiti, di guardare se la postura è corretta nei riflessi delle vetrine buie.
Arrivo alla fine del giro e guardo l'orologio...sono passati un po' meno di 25 minuti dalla partenza...se ho sbagliato ritmo, è stato solo per pochi secondi, è una soddisfazione in più, ma davvero mi pare poco importante, mi sto divertendo e, dopo il recupero, parto per il secondo giro con ancora più entusiasmo.
Sarebbe davvero da introdurre come regola, un allenamento ogni tanto fatto così, buttando via il cronometro!
Se non sbaglio, Pizzolato spesso racconta di correre in questo modo, e se lo fa lui...

martedì 21 febbraio 2012

Pigrizia

Ieri mattina ultimo lungo della preparazione a Treviso, 22km in programma, da farsi a ritmo tranquillo.
E' un allenamento di cui non mi preoccupo, la distanza non è certo proibitiva, e gli ultimi test sono stati sufficientemente incoraggianti.
Mi sembra che niente possa scalfirmi, e invece, già dall'inizio, sento le gambe pigre, svogliate, capisco che devo fare più fatica del previsto...saranno i chilometri con cui ho caricato nell'ultimo mese e mezzo, saranno i muscoli ancora affaticati dalla gara di domenica scorsa...non so cos'è, ma arranco.
Tanto che, al decimo chilometro, mi sembra un sogno prendere il gel che mi sono portato, tanto mi sento svuotato.
Questa sensazione di impotenza dura fino al 18°km, quando, quasi inspiegabilmente, le gambe iniziano a girare, e addirittura mi viene facile aumentare progressivamente il ritmo, fino a concludere con molta scioltezza.
Misteri...
Stamattina invece un appuntamento importante: a 2 settimane scarse dalla maratona, è ora di iniziare ad usare le scarpe con cui intendo correrla, in modo da farle sufficientemente adattare al mio piede, senza tuttavia sovraccaricarle di chilometri compromettendone le capacità di ammortizzazione.
Sveglia consueta pre-lavorativa (ore 5:00...ma è l'unica possibilità quando le giornate sono troppo piene!) e, quasi religiosamente, apro la scatola che da qualche settimana mi guarda tutte le mattine dall'armadio.
Ne escono un paio di Vomero immacolate, il matrimonio con l'ammiraglia di Nike finalmente si compie, dopo anni di desiderio!
La sensazione iniziale è confortevole, comode son comode, adesso vediamo come rispondono ai piedi.
Dieci chilometri in scioltezza, le sento proprio bene.
Concludo con qualche allungo, e anche qui le sento andare via con facilità, direi che la scelta per ora mi convince.
Vedremo se sapranno confermarsi!

mercoledì 15 febbraio 2012

Finalmente si gareggia! Inaspettato PB

Ecco finalmente arrivata la fine della pausa invernale...o almeno così dice il calendario, perchè la ripresa dell'attività agonistica coincide con la settimana più fredda del secolo, o giù di lì...
Parto da casa con direzione Lecco alle 7:30 di domenica mattina, il termomentro della macchina segna -4° nel mio cortile, ma appena usciti in strada si trasforma subito in -6°. Seguo con apprensione crescente, durante il tragitto, la progressiva e inesorabile discesa del display, che arriva, a pochi km dalla meta, anche a un agghiacciante (in tutti i sensi!) -11°.
Arrivo agevolmente al parcheggio riservato, che è ampio e spazioso. So da un amico lecchese che quest'anno è stata spostata la partenza (e quindi l'arrivo) sul lungolago, il che mi sembra molto positivo in vista di un arrivo in sofferenza, in cui il tifo della gente è fondamentale.
Intanto comincio a seguire i cartelli in direzione del ritiro pettorali, che avviene in una palestra, dove trovo anche il modo di cambiarmi.
Scopro poi che il deposito borse non è lì, ma a pochi metri dalla partenza, che non è proprio vicinissima.
Dopo una discreta passeggiata, approfitto del deposito borse per stare ancora un po' al caldo, appena si mette il naso fuori il freddo non lascia scampo, sembra entrare in ogni cucitura della maglia e dei pantaloni.
A una ventina di minuti dalla partenza, però, non si può più aspettare, una partenza a freddo farebbe prendere in ritardo il ritmo giusto e mi metterebbe decisamente a rischio infortunio con queste temperature.
Incrociando gli altri podisti, invidio chi ha avuto l'idea di portarsi una copertura per naso e bocca, decisamente rimpiango il mio passamontagna che uso negli allenamenti mattutini in questo periodo!
Un po' di calore lo trovo alla partenza, paradossalmente il gruppo compatto di podisti attorno a me, nonostante non si sia più in movimento, è sufficiente ad attutire la sensazione pungente che finora non mi ha mai abbandonato.
Rifletto un attimo sul da farsi.
Questo dovrebbe essere un test in vista di Treviso...non ho intenzione di rischiare di infortunarmi, ma non voglio nemmeno pensare di aver fatto 120km tra andata e ritorno per venire a correre a -5° senza provare a dare un senso a questa gara.
Decido di partire a 4'45/km e vedere poi come si sviluppa la gara e come reagisco al clima di oggi.
Finalmente si parte, i km scorrono tranquilli, non ho sensazioni negative e riesco tranquillamente a tenere il ritmo che mi sono prefissato.
Dopo poco allora provo ad aumentarlo leggermente, e mi assesto sui 4'42/km. Arrivo al giro di boa, quel lungo rettilineo davanti al palazzetto dove c'era l'anno scorso la partenza è il tratto più difficile, mi sembra in leggera pendenza, ma soprattutto è lungo, dritto e monotono, ricordo che l'anno scorso ci sono arrivato sperando di stare nell'ora e 40 al traguardo, ma poi è diventato infinito e ho chiuso in 1h41' con una sensazione quasi di impotenza.
In prossimità del rientro in centro, controllo il GPS, che mi informa che sto procedendo in perfetta media per chiudere appena sotto l'ora e 40, il che sarebbe sicuramente inaspettato in una giornata così.
Chiudo il primo giro in effetti in 49'54, perfetto!
Le sensazioni sono ottime, non sento fatica (sarà il freddo che mi ha anestetizzato???), decido di provarci fino in fondo, d'altra parte il PB è solo qualche secondo inferiore, quell'1h39'30 fatto a maggio a Como, in un'altra occasione inaspettata, forse oggi può costituire un riferimento!
Aumento progressivamente, sempre con cautela, attento a tutti i segnali che mi arrivano da testa, polmoni e gambe.
Nessun problema, mi accorgo che il GPS segna prima 4'41 di media, poi addirittura arriva a 4'40 in prossimità dell'arrivo!

Ho anche abbastanza energie per tirare l'ultimo km e chiudere in un tempo che mai avrei sognato alla vigilia: quell' 1h38'49s mi sembra impensabile, soprattutto perchè non ho chiuso soffrendo, ma bensì in un crescendo che è quello che ci vuole per darmi fiducia in vista del prossimo impegno sui 42km!

Grazie Lecco, posso anche perdonarti qualche peccato organizzativo e prometterti di tornare ancora!

venerdì 10 febbraio 2012

Si entra nel vivo!

In questi giorni la sensazione è di aver incominciato il conto alla rovescia verso Treviso.
Il motivo è che finalmente, dopo quasi 3 mesi di soli allenamenti, torno alla partenza di una gara.
Domenica infatti sarò a Lecco, per il primo e unico vero test sul mio stato di forma attuale.
Incrementando il numero degli allenamenti la speranza è di essere più in forma e più resistente, anche se c'è sempre il timore di aver spremuto un po' troppo e di non averne abbastanza...
Il valore del test di domenica quindi non è da sottovalutare, e non avrebbe pertanto senso pensare di fare una semplice "prova del ritmo maratona".
Voglio provare a tirarla un po', questa mezza, e vedere che sensazioni ne vengono fuori.
Il percorso è bello, in gran parte sul lago, e sarà un sostegno in più...vediamo cosa ne verrà fuori!

domenica 5 febbraio 2012

Un imprevisto è la sola speranza

Viste le temperature previste per il weekend, venerdi ho iniziato a considerare la possibilità di anticipare il lunghissimo in programma sabato...giusto per evitare di correre per 3 ore abbondanti ai -10° previsti.
Quindi, nonostante la guardia della notte precedente, mi sono lasciato tentare dal sole dell'ora di pranzo e sono partito in direzione valle Olona.
E' stato sicuramente uno degli allenamenti più solitari che ricordi: incontrato quasi nessuno nel paesaggio polare, a parte qualche camminatore e un anziano sciatore di fondo (riconoscibile in lontananza nella foto!).
Alla partenza, nonostante la temperatura al sole mi sembrasse quasi tiepida, ho incontrato un termometro che mi ha riportato alla realtà, indicando che eravamo comunque già sotto lo zero, per cui non sapevo, con il passare delle ore, se avrei avuto la possibilità di portare a termine tutto il chilometraggio previsto.
Gli allenamenti in valle Olona, però, non permettono ripensamenti una volta arriati a metà: il percorso è lineare, quindi quando decidi di tornare indietro, sai che avrai da compiere la stessa strada che hai fatto per arrivare fin lì, non c'è modo di tagliare nè di scontare niente.
Partito verso le 13:45, sono quindi arrivato al 18°km poco dopo le 15. Cominciava a fare freddino, ma a quel punto potevo solo sperare di mantenere gambe e testa ben caldi per tornare a casa.
Il paesaggio ha aiutato molto a tenere la testa alta: in effetti lo spettacolo era notevole per tutto lo svolgimento del percorso.

Qualche problema c'è stato solo alle mani, che, superate le 2 ore e mezza, hanno cominciato a farmi desiderare di arrivare a casa il più in fretta possibile.
Alla fine ho portato a casa i 36km sperati a una media solo leggermente superiore a quella indicata dalla tabella.
Sembra insomma che il passaggio dai 3 ai 4 allenamenti porti qualche frutto.
A Treviso manca un mese esatto, i lunghissimi sono finiti, domenica prossima test sulla mezza a Lecco, spero faccia un po' meno freddo e di riuscire a tirarla un po', ho voglia di toccare con mano qualche miglioramento!!



giovedì 2 febbraio 2012

Lucida follia

....o almeno questo è quello che dobbiamo sembrare noi runners a chi runner non è....
Il problema principale del runner, in questi giorni di maltempo, nevicate e gelo in arrivo, è senza dubbio uno solo: come continuare ad allenarmi anche in queste condizioni???
Il che poi si declina di solito nell'ansia del non riuscire a seguire alla lettera la tabella "magica", consigliataci dall'amico dell'amico, che dovrebbe portarci a concludere la prossima gara con risultati simil-keniani.
In realtà i forum di corsa in questi giorni pullulano di consigli su dove correre, che tipo di neve privilegiare, come evitare di scivolare e infortunarsi, come eseguire un allenamento allenante nonostante le condizioni avverse, come chiodare le normali scarpe da strada, come asciugarle in tempo per l'allenamento successivo previsto dalla famigerata tabella senza dover ricorrere al calorifero o all'asciugatrice, che ne comprometterebbero in maniera irrimediabile le caratteristiche tecniche. 
Se un non-runner dovesse leggere queste farneticazioni, avrebbe pochi dubbi sul fatto di trovarsi di fronte a casi patologici.
Che però sono molto più diffusi di quanto si pensi.
I matti sono matti, e provare a ricordarglielo peggiora solo la situazione, perchè loro saranno sempre convinti di essere nel giusto, e che i matti siano gli altri.
Questa lunga premessa per spiegare i motivi che mi hanno spinto a non considerare nemmeno di rimandare la mia uscita di questa mattina.....ore 5:15.....unico orario possibile prima di un turno lavorativo di 24 ore.
Il problema è che la suddetta tabella, in vista di Treviso, appuntamento cardine dei primi mesi dell'anno nel mio calendario, per oggi prevedeva 3 ripetute da 3km da correre a ritmo sostenuto.
Una parola!
L'abbigliamento era quello delle solite uscite mattutine con temperature intorno allo zero: maglietta intima termica, doppia maglia termica a manica lunga, pantaloni lunghi, doppio guanto e passamontagna tecnico: si fa un po' più di fatica a respirare bene, ma per lo meno si riesce a parlare e a sorridere una volta tornati a casa (provate a correre un'oretta a -5° senza protezioni sul viso, e poi provate a fare un bel sorriso!)
Ovviamente non mi sono preoccupato tanto del fatto che il ritmo che riuscivo a tenere fosse più lento di quello previsto; più che altro mi sono basato sulla sensazione di fatica, cioè sul respiro e sull'impegno muscolare, che evidentemente sulla neve viene amplificato.
Ne è uscito un discreto allenamento, 2 ripetute (invece delle 3 previste), ma corse bene, con buon impegno.
In totale 8km corsi in un paesaggio surreale, in un centro città con strade immacolate e macchine ancora più scarse del solito.
Adesso aspetto il weekend: pare non debba più nevicare, ma dovrebbe arrivare il freddo vero, quello da -10°....e io sabato dovrei fare il lunghissimo per eccellenza, l'ultimo prima di Treviso, l'over-35......vedremo quanti riuscirò a portarne a casa!