martedì 8 aprile 2014

Milano City Marathon 2014

Finalmente ecco il giorno atteso da tantissimo tempo, la data che avevo in testa fin dalla scorsa fine di agosto, quando a tutti i costi avevo bisogno di un obiettivo da perseguire.
Da allora sono passati sette mesi, che mi sono serviti non solo per ricominciare a camminare e poi a correre, ma, grazie all'aiuto di Mauro, a correre veloce come mai ho fatto.
Il cammino di avvicinamento a questa MCM è stato a dir poco entusiasmante, a febbraio primato sui 10'000 e poi sulla mezza maratona, i lunghissimi corsi 20 secondi al chilometro più veloce di un anno fa, ripetute sui mille a 4 al chilometro e anche meno...insomma, tutto giusto.
Le ultime settimane erano state caratterizzate da qualche accenno di stanchezza generale, che un po' mi aveva preoccupato, ma sapevo di poter ambire a un tempo che non mi sarei nemmeno sognato solo pochi mesi fa.
A impreziosire la gara, la visita, da tempo programmata, dell'amico Marco, con cui nei programmi avrei dovuto correre almeno il tratto iniziale.
La strategia decisa con il coach il sabato pomeriggio è infatti la più ragionevole: se le tabelle dicono che potrei correre a 4'40, iniziamo sui 4'45 e dopo la mezza maratona si decide come proseguire.
Le previsioni meteo danno una bella giornata, forse troppo, accidenti, speriamo non faccia troppo caldo, io nelle gare lunghe in cui ha fatto troppo caldo son sempre saltato!
Alla partenza però, capisco che la speranza sarà vana: al sole già si sta fin troppo bene anche senza correre, sono lontane le condizioni degli ultimi due anni, in cui si battevano i denti.
Finalmente lo sparo, nel primo chilometro cerco di superare come posso, ma senza dannarmi l'anima, ci sarà tempo poi di recuperare...invece lo chiudo in 4'52, ottimo, ho perso pochissimo.
La prima parte di gara prosegue regolare, ho la sorpresa di trovare Mauro intorno al quinto chilometro, la sua presenza mi dà coraggio, lentamente sorpassiamo i pacer delle 3h30', che forse vanno troppo veloce, ma non è affar nostro.
Con Marco si scambia qualche parola, ma tutto sommato stiamo abbastanza concentrati sul passo.
E' invece piacevole guardarsi attorno, la giornata primaverile attira un minimo di pubblico, che diventa folla appena passato San Siro, il primo cambio staffetta è un susseguirsi di volti che ci guardano incuriositi, la maggior parte di loro forse sogna di poter essere un giorno al nostro posto, e correre una maratona intera....per me almeno era stato così qualche anno fa.
Tante facce, tanti incitamenti, tanti sorrisi, poi di nuovo un saluto a Mauro, appena prima che cali di nuovo il silenzio, rotto soltanto dai passi ancora brillanti dei tanti compagni di avventura.
Appena prima della Fiera, sento un bambino dire al papà: "Guarda, c'è un Uomo Ragno!".
Subito mi volto per un sorriso e un saluto, sarà il primo di almeno una decina di bambini che saluteranno la mia maglietta, promossa con tutti gli onori a divisa ufficiale da gara. Tutti riceveranno il mio miglior sorriso di ringraziamento per il loro supporto.
Il passaggio alla mezza maratona è preciso, 1 ora e 41, Marco un po' di tempo prima mi aveva chiesto se volevo accelerare, ma il cardio diceva che andava bene così, e ho troppa paura del caldo per osare. Lui comunque mi aveva lasciato andare al diciottesimo, da lì credevo che sarei stato solo fino alla fine. Mi sbagliavo di grosso, ma non lo sapevo ancora.
Poco dopo la mezza, compare una sensazione dapprima indistinta, poi sempre più chiara: sono stanco.
Mancano 20 chilometri e comincio ad essere stanco, è impossibile, eppure non ho trascurato niente, ho bevuto a tutti i ristori, mi sono spugnato per bene...non è possibile, sicuramente mi sbaglio, passerà.
Tra il venticinquesimo e il ventottesimo il lungo vialone da percorrere avanti e indietro, poco dopo il giro di boa incrocio Marco, che è poco dietro di me, mi saluta, io voglio fargli sapere che non è tutto a posto, voglio comunicargli queste brutte sensazioni, inconsciamente forse è un modo per vedere se, messe allo scoperto, si riveleranno infondate.
Gli grido che è dura, non ho risposta, ma dopo qualche centinaio di metri me lo trovo accanto, giura che è lui che ha accelerato, non io che rallento, ma so benissimo di aver tirato il freno.
Se una cosa mi hanno insegnato le nove esperienze passate sui 42km, è che la crisi va gestita prima che si manifesti, alle prime avvisaglie bisogna rallentare, magari poi si supera e si riparte, ma adesso so che è giusto mettersi tranquilli.
Marco prova a rilanciare il ritmo, lo seguo per un attimo ma poi capisce anche lui che non è il momento, non ancora per lo meno.
Provo a dirgli di proseguire, lui ne ha di certo più di me in questo momento, ma non ci sente, resta lì mezzo passo avanti.
Progressivamente le gambe si induriscono, non ho veri e propri crampi ma i muscoli cominciano a far male, proseguo finchè riesco, mi dico, ma già so che finirà male, non c'è storia.
Corriamo una buona serie di chilometri poco sopra i 5', se fosse così fino in fondo non sarebbe neanche male, Marco prova a farmi proiezioni di tempi che mi sembrano fantascientifici al momento.
Smetto di correre, mi sembra di aver finito anche la testa, e questa sarebbe una cosa irreparabile, lo sa anche Marco, che per la prima volta non ha una risposta pronta, questa forse non se la aspettava.
Dura poco però, io questa medaglia voglio andarla a prendere, non mi interessa più nulla di quanto tempo ci metterò, voglio arrivare in fondo e voglio comunque farlo nel minor tempo possibile.
Tra il dire e il fare però ci si mettono di mezzo anche i crampi, stavolta veri, che per un paio di volte provano a farsi sentire, costringendomi ad altre pause di cammino per sciogliere i muscoli.
In alcuni momenti ho l'impressione di un capogiro, forse sarebbe saggio fermarsi.
Cerco l'acqua appena posso, però è un sollievo troppo momentaneo per essere determinante.
Ma manca poco, e io questa medaglia la voglio, non è questione di una maratona in più, è "questa" maratona che mi interessa portare a casa, dopo un anno in cui sono successe tante cose che me l'hanno fatta aspettare e desiderare come non mai.
Di corso Sempione, solitamente infinito, ho pochissimi ricordi, giusto qualche immagine confusa di gente messa peggio di me che è ferma appoggiata alle transenne.
Io invece corro, pianissimo ma corro, in certi momenti provo a star dietro alla strana proposta di ripetute di Marco ("acceleriamo poi ci riposiamo")...finchè riesco, poi rallento di nuovo, cammino qualche passo ma non mi fermo mai, riparto appena riesco, siamo all'Arena e cominciano i fotografi, Marco è dispiaciuto, anzi incazzato perchè siamo sopra le 3 ore e mezza, anche se di poco, ma non c'è rimedio. Capisco che la sua rabbia è per me, lui il suo risultato l'aveva portato a casa un mese fa a Treviso, è per me che gli rode. Anche se non sono molto lucido scherzo, rassicurandolo che non sarà solo un minuto, come lui teme, a privarci di questo traguardo, sarà ben di più.
Inizia il curvone transennato, ho ripreso a parlare, gli dico che dopo la curva è finita, ma un altro crampo mi ferma ai 300 metri.
Devo camminare ancora un momento, gli dico, poi via fino alla fine.
Una ragazza dal pubblico grida: "l'Uomo Ragno non può camminare!".
Ha ragione, manca così poco che potrei perfino farcela fino in fondo.
E così è, passiamo sotto il traguardo insieme, a braccia alzate, e quando le riabbasso è per abbracciarlo e ringraziarlo, probabilmente senza di lui in questo momento mi starei facendo una tranquilla passeggiata in corso Sempione.
Doveva essere speciale questa maratona, e lo è stata sicuramente...forse non ho corso veloce come avrei voluto, ma per quello ci sarà tempo, oggi conta avere la medaglia al collo e poter fare la foto che ho messo in alto.
Questa gara è così, affascinante e tremenda, la prepari nei minimi particolari, curi ogni dettaglio, e poi ci si mette una giornata con 25° a cambiarti le carte in tavola.
Sarà...intanto già sto pensando alla prossima.

7 commenti:

  1. Bella foto (ovviamente grazie a Marco). Da una giornata dura ne sei uscito vincitore, in più la bellezza di averla corsa con un amico. Pensiamo alla prossima senza dimenticare questa.

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  2. Bravissimo Paolo, grande atleta e ottimo scrittore! ;)
    Hai fatto un buonissimo tempo con una condotta di gara di forza, determinazione e cuore... da vero maratoneta! La tua medaglia è meritatissima.
    Molto bella e deamicisiana la gara vissuta con Marco.
    E' stato un piacere averti conosciuto sabato mentre pranzavi con Marco, a pochi metri dall'Expo.
    Alla prossima e buone corse!

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    1. Scusa Paolo,
      ho dimenticato una cosa importantissima: ho avuto la fortuna di conoscere Marco a Berlino e di correre con lui a Treviso... è davvero un grande.

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    2. piacere mio Andrea!
      Magari alla prossima ti stiamo dietro ;-)

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  3. Che dire... ho smesso di trovare aggettivi perchè non ne ho più.
    Ancora una volta grazie Paolo, per avermi dato la forza di iscrivermi alla prima Maratona.

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