domenica 10 giugno 2012

Giro del Varesotto, 5° e 6° tappa

Si è concluso questa settimana il Giro, esperienza molto positiva, sia in se stessa che in prospettiva per le gare future.
Questo perchè, come ho avuto modo di ripetere in più occasioni, sicuramente il correre "forte" (certo, tutto è relativo!) consente un miglioramento, piccolo o grande che sia, della velocità di base, il che non può che venire utile anche nelle distanze più lunghe.
Inoltre, proprio di "esperienza" devo parlare, visto che era in pratica il mio primo avvicinamento a distanze così brevi, a parte la Jackpot Run della scorsa estate.
Restano da raccontare le ultime due tappe.
A Cassano arrivo dopo due notti lavorative consecutive, quindi per forza di cose un po' stanco, in una serata piuttosto calda.
Decido comunque di provare a partire sulla media tenuta a Busto, ossia intorno ai 3'55"/km, e poi vedere come rispondono gambe, polmoni e soprattutto testa.
Il pre-gara mi regala comunque già una bella sorpresa: vengo infatti estratto a sorte come vincitore di un pettorale per la mezza di Busto di novembre, gara che, nel mio ancora nebuloso calendario autunnale, avevo già deciso di utilizzare come possibile attacco al personale sui 21km. Dunque, la serata prende già una bella piega!
L'inizio della gara non è male, tengo botta anche se sento subito che il ritmo non mi è facile come a Busto, quando avevo sofferto davvero solo nella parte finale.
Intorno a metà gara, poi, un tratto di sterrato piuttosto lungo costringe a concentrarsi più sugli appoggi che sull'impegno muscolare, e quando si ritorna finalmente sull'asfalto vedo che il mio ritmo è inesorabilmente salito sopra i 4'.
La gara è ancora lunga, anche perchè le due tappe considerate completamente pianeggianti sono di qualche centinaio di metri più lunghe delle altre.
E qualche centinaio di metri quando sei in sofferenza non sono mai pochi!
Per fortuna ci sono due fattori che mi aiutano a tener duro fino in fondo: l'arrivo è ben visibile già quando mancano 800m per raggiungerlo, essendo alla fine di un lungo rettilineo: la vista del traguardo lo fa apparire come una meta concreta e quindi più facilmente raggiungibile!
Poi, a sorpresa, su quel rettilineo trovo appostati degli amici venuti a salutarmi, e questo mi dà la carica definitiva per arrivare fino in fondo con un ritmo che resta appena sopra i 4'.



La classifica generale a questo punto mi vede poco fuori dai primi 150, risultato già insperato alla partenza del Giro, soprattutto per le medie che sono riuscito a tenere, ma voglio provarci fino in fondo e arrivo a Casorate, tappa che mi descrivono come un continuo saliscendi ma senza grossi strappi, deciso a dare il massimo.
Anche stavolta parto tenendo una media incurante delle pendenze, lievi ma continue, che incontro lungo il percorso.
Qualche difficoltà in più la danno i frequenti sorpassi delle podiste (partite stavolta qualche minuto prima dei colleghi maschi) rimaste attardate, che a volte rischiamo di urtare, vedendole all'ultimo momento davanti a noi.
Ormai, arrivato alla sesta tappa, conosco bene quelli che mi trovo a fianco, abbiamo corso insieme tutto il Giro, e so i tempi che valgono.
Identifico quindi di volta in volta lepri da seguire o obiettivi da mettere nel mirino per tentare il sorpasso, anche se diciamo che, nonostante l'agonismo e la voglia di far bene per scalare qualche posizione, questa ultima tappa è sentita un po' da tutti come una passerella, a conclusione delle nostre fatiche (la foto qui sotto lo dimostra, un sorriso a 4'/km è impresa difficile da realizzare!).


Nonostante il percorso qui sia più impegnativo che a Cassano, chiudo esattamente con la stessa media (4'02"/km), soddisfatto per via di qualche doloretto ai quadricipiti che mi convince definitivamente di aver dato tutto quello che mi era rimasto da dare.



La tappa di Cassano a questo punto risulta la peggiore, e viene quindi scartata.
Il minuto guadagnato con questo scarto mi permette di ottenere un tranquillo ingresso nei primi 150 classificati (146° alla fine) e di aggiungere quindi un'ulteriore nota di soddisfazione a questa mia prima partecipazione al Giro.
Medagliona finale sudata ma pienamente guadagnata!
Tirando le somme, esperienza più che positiva per i motivi detti sopra, per l'ottima organizzazione e soprattutto per la cornice di pubblico che ogni sera abbiamo trovato lungo il nostro percorso.
Per questo, non è detto che nei prossimi anni non diventi un appuntamento fisso della mia estate podistica!

domenica 3 giugno 2012

Giro del Varesotto, 4°tappa. Ancora salita...

Giro di boa ampiamente superato per questo mio primo Giro, è tempo di alcune considerazioni.
L'esperienza di sicuro va considerata del tutto positiva, anche e forse soprattutto per un novellino di queste distanze come sono io.
La formula delle diverse tappe con relativa classifica generale è molto accattivante, dopo ogni serata si va a guardare non solo la posizione della singola gara, ma anche quello che hanno fatto i diretti "rivali" per la classifica generale (che poi sono gli stessi con cui ci si trova a correre ogni sera, dato che sono quelli con il mio stesso ritmo!). E, se la cosa è interessante per me, che navigo (inaspettatamente) verso il centro della classifica, immagino come sia appassionante per chi si gioca il podio finale o comunque posizioni di rilievo!
Poi c'è il dato non trascurabile della distanza non convenzionale per me: io che giro raramente sotto i 4'30" in allenamento (e quasi mai in gara), mi trovo a correre in giorni ravvicinati a poco più di 4'00"/km, e per di più su percorsi molto mossi, il che non può che venire incontro al motivo principe per cui mi ero iscritto, cioè quello di fare un po' di sano allenamento sulla velocità, finalizzato a migliorare la velocità di base e che (spero) verrà utile anche quando le distanze ricominceranno ad allungarsi.
In questo il percorso di Quinzano era il massimo incontrato finora: molto nervoso, con un paio di strappi intorno al 1° e al 3°km molto duri e piuttosto lunghi, che hanno spento in un attimo le mie intenzioni bellicose. Riporto qui un tracciato altimetrico della gara rinvenuto in rete.



Il risultato è stato che ho patito più di quanto mi aspettassi.
Peraltro sono stato in parte ingannato da un paio di battute scambiate con un occasionale compagno di corsa, che sosteneva che il tratto peggiore fosse nell'ultimo chilometro, il che mi ha portato a risparmiare qualcosina tra i km 3 e 4, per poi verificare invece che non era esattamente così (il tracciato altimetrico lo dimostra bene!).
Chiudo quindi, nonostante tutto, con una specie di sprint un gara strana, l'ennesima dimostrazione della mia scarsa esperienza su queste distanze, mantengo l'impressione di non aver ancora chiaro il limite cui posso ambire...di sicuro l'altra sera non ci sono andato nemmeno vicino!