mercoledì 22 febbraio 2012

A sensazione

Dovrebbe succedere più spesso.
Stamattina, solita levataccia degli allenamenti infrasettimanali, sono bello pimpante, un po' saranno le scarpe nuove, un po' l'evento trevigiano che si avvicina (ormai è quasi tempo di toccarlo con mano!), ho proprio voglia di uscire.
Come sempre, per non svegliare chi a quell'ora sta giustamente ancora dormendo, ho preparato già da ieri sera tutto sulla poltrona del salotto.
Sono già vestito di tutto punto, quando mi viene un pensiero: "devo mettere il GPS sul davanzale per iniziale ad agganciare i satelliti!".
Già....il GPS....dov'è?
E qui la doccia fredda: l'ho portato al lavoro per caricarlo e lì è rimasto!
A questo punto i casi sono due: o mi tolgo tutto e mi rimetto a letto tentando di riprendere sono per l'oretta che mi rimane, oppure...
Oppure esco lo stesso e provo a correre a sensazione, vediamo quanto ho imparato a conoscermi in questi 2 anni abbondanti di vita da runner!
Il programma della giornata, tra l'altro, prevede due ripetute lunghe da 5km l'una, intervallate da 5 minuti di recupero.
Dovrei correrle all'incirca a 4'50min/km.
I miei percorsi cittadini sono sempre più o meno gli stessi, in quanto sfruttano le vie del centro, che sono le più illuminate.
Recupero quindi mentalmente un percorso che so essere di 5km giusti, e parto.
L'unico strumento che ho a disposizione è un orologio...da un rapido calcolo ottengo l'ora precisa in cui dovrei transitare al punto di partenza.
Proviamoci.
Spingo appena appena più del solito, mi baso sull'impegno fisico e sulla respirazione, che tengo un pochino impegnata.
Il difficile, soprattutto nel primo giro, è tenere costante il ritmo, che normalmente è più veloce in partenza, per poi assestarsi sui valori corretti. Chissà oggi a quanto sto correndo?
Non mi pongo il problema e mi gusto la mia corsa, non controllo nemmeno l'orologio perchè non ha senso farlo, non avendo riferimenti intermedi.
E' proprio bello correre così, mi accorgo di ascoltare molto di più i segnali del mio corpo, di seguire il respiro, di soppesare l'impegno dei quadricipiti, di guardare se la postura è corretta nei riflessi delle vetrine buie.
Arrivo alla fine del giro e guardo l'orologio...sono passati un po' meno di 25 minuti dalla partenza...se ho sbagliato ritmo, è stato solo per pochi secondi, è una soddisfazione in più, ma davvero mi pare poco importante, mi sto divertendo e, dopo il recupero, parto per il secondo giro con ancora più entusiasmo.
Sarebbe davvero da introdurre come regola, un allenamento ogni tanto fatto così, buttando via il cronometro!
Se non sbaglio, Pizzolato spesso racconta di correre in questo modo, e se lo fa lui...

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