giovedì 8 marzo 2012

Maratona di Treviso 2012

Avrei voluto aspettare di avere delle foto da pubblicare, ma non voglio che il racconto di questa giornata divenga troppo asettico, una volta metabolizzate le emozioni "a caldo".
Sabato sera cena in hotel come da tradizione, poi presto in camera. Nella penombra vano tentativo di far prendere sonno ai bambini, che invece sbirciano incuriositi i miei strani preparativi per il giorno successivo.
La preparazione dell'occorrente per la gara è un rituale che mi aiuta a prendere contatto con quello che succederà il giorno successivo.
Parto sempre dall'essenziale: la spillatura del pettorale sulla divisa sociale, con tutta la cura necessaria perchè sia centrato e dritto, poi piano piano mi faccio una mappa mentale di ogni parte del corpo e posiziono con cura tutti gli indumenti e gli accessori che serviranno la mattina dopo, dalla punta dei piedi a quella dei capelli, ossia dalle scarpe al cappellino impermeabile in caso di pioggia, che, ahimè, non sembra così improbabile, anche se la serata regala un cielo stellato che fa dubitare delle previsioni funeste.
Alle 5 suona la sveglia e, dopo una veloce pre-vestizione, vado a cercare il sacchetto della colazione che avrebbero dovuto preparare solo per me, unico maratoneta presente in hotel.
Per fortuna non si sono dimenticati, anzi, hanno anche esagerato, devo stare attento e contenermi per non avere pesi fastidiosi sullo stomaco!
L'unica cosa che manca è il caffè, ma penso che potrò sempre cercare un bar con calma a Vittorio Veneto.
Rientrando in camera guardo dalla finestra...tutto bagnato, fuori, e gocce generose che rigano il vetro.
Più che alla gara, penso con fastidio all'ora abbondante di attesa tra la consegna delle sacche e la partenza, a Firenze nel 2010, alla mia prima maratona, era stata un calvario, sotto la pioggia battente allo scoperto delle gabbie di piazzale Michelangelo.
Il lato positivo è che dopo le 4 ore di acqua a secchiate presa in quell'esordio, poche condizioni atmosferiche ormai possono spaventarmi!
Se quella volta sono arrivato in fondo, ce la posso fare anche oggi.
Arrivo a Treviso in orario perfetto, non vorrei nemmeno essere troppo in anticipo a Vittorio Veneto per evitare che la tensione salga troppo nell'attesa della partenza, per cui prendo con calma una navetta, ma in troppo poco tempo siamo già arrivati.
Guardando il paesaggio che scorre veloce dal finestrino, penso che tutta quella strada tra poco la dovrò percorrere in senso contrario...ma a piedi...e mi ritrovo con la strana sensazione di un cane abbandonato in autostrada che tenta di tornare a casa!
Prima della partenza, avvolto nel doppio sacco impermeabile generosamente offerto dai volontari, cerco qualche volto noto, ma non riconosco nessuno.
Gli unici segni che danno un po' di calore nel freddo della mattina grigia sono il sorriso muto di una signora che si sta preparando vicino a me e di cui incrocio casualmente lo sguardo, e l'incontro con l'amico pacer Domenico, che snocciola maratone come preparazione al Passatore e oggi correrà in 4h30'.
Mi chiede se lo seguirò, rispondo che vorrei arrivare un po' prima di lui...suona un po' sinistro quando mi dice: "al massimo mi aspetti per strada!"
Per distrarmi assisto alla partenza degli skater, ma ormai tocca a noi.
Per fortuna la pioggia ci sta risparmiando.
La partenza, dopo tanta attesa, arriva quasi inaspettata, il traffico si dirada subito e si può fin dall'inizio impostare il ritmo voluto.
Ho deciso di partire a 5'35 al km, ritmo che è quello dei miei lunghissimi, so che almeno 36km al questa andatura li ho nelle gambe, l'obiettivo minimo è arrivare, quello intermedio migliorare le 4h13' di Roma, il massimo sarebbe scendere sotto il fatidico "muro" delle 4 ore, ma per quello non so se sono già pronto, sarebbe un miglioramento non indifferente.
Alla ripartenza dal primo rifornimento (mi sono ripromesso di non saltarne nessuno!) le gambe sono ancora dure, non ho corso prima della partenza, ho solo fatto un po' di stretching, pensando di usare i primi km come riscaldamento e tenermi così ogni briciola di energia per i 42'195m.
Sento improvvisa una stilettata nel polpaccio destro. Non ci posso credere, un principio di crampo al 5°km!
Da quel momento in poi quasi mi paralizzo, corro praticamente sulle uova, attento a qualsiasi segnale proveniente dai miei muscoli.
La sensazione rimane invariata, muscoli duri e leggera dolenzia diffusa, non mi convince, sono quasi rassegnato, aspetto solo il momento in cui arriveranno i crampi veri.
L'attraversamento dei paesi che incontriamo è quasi trionfale, la gente fa un tifo che carica tantissimo, diamo il 5 a tanti bambini che sono lì per noi, e questo dà un aiuto psicologico incredibile.
Passo sotto il gonfiabile della mezza maratona proprio mentre al cronometro ufficiale posizionato lì accanto scoccano le 2 ore.
Poco dopo arriva il ponte sul Piave, bellissimo, nonostante il fiume quasi non esista, è praticamente asciutto. Ma lo spettacolo è sopra, con tantissima gente che fa festa.
Mentre faccio un cenno al fotografo che è posizionato a metà del ponte, penso allo stato d'animo con cui tra qualche giorno guarderò questa foto: sarò deluso o soddisfatto?
Si arriva al 25°km, le gambe danno sempre gli stessi segnali, non riesco a sbloccare la situazione, però non faccio fatica a tenere il ritmo e questo mi sembra l'unico segno positivo.
Ho come riferimento il momento in cui ho avuto i problemi nella maratona precedente: è il km 28, parco San Giuliano di Mestre.
Quando vedo il cartello giallo con la scritta "28" finalmente ho il primo pensiero veramente positivo. Forse non è detto, forse riesco ad arrivare più avanti, d'altra parte le mie gambe stanno più o meno come quando siamo partiti, certo, un po' più stanche, ma obiettivamente non posso accusarle di nient'altro!
Supero anche il km 30, e mi viene in mente quello che un compagno di avventura nella mia prima maratona mi aveva detto appena partiti: "tieniti tranquillo fino al 30°, perchè la maratona vera comincia lì".
Ok, allora cominciamo.
I passi adesso vengono uno dietro l'altro senza fatica, anzi, devo stare attento a non accelerare, continuo a ripetermi: "corri facile, corri facile", e solo questa frase ripetuta mentalmente è in grado di sciogliermi i muscoli quando li sento troppo contratti.
Capisco che sto bene, le gambe piano piano si rilassano insieme alla testa, la consapevolezza che sto superando senza affanno il momento più temuto, il momento del "muro", mi dà una strana euforia, tanto che dimentico di prendere l'ultimo gel (quanto invece avevo aspettato il momento di prendere i due precedenti al km 11 e 22!).
I podisti in difficoltà che supero cominciano ad essere molti, sono finalmente a pochi chilometri dalla fine di una maratona che sto veramente godendo!
Al 39°km mollo tutto e finalmente seguo l'istinto di accelerare. Fino a quel momento sono stato un metronomo: 5'37 di media spaccata, fin dal primo metro.
Il GPS poi mi dirà che ho corso il 41°km in 5'08 e il 42° in 4'40.
Entro in Treviso che mi sembra di volare, sono euforico, ho un margine abissale sul mio tempo migliore di un anno fa e addirittura qualche minuto di vantaggio sulle 4 ore. Ce l'ho fatta, adesso aspetto il traguardo con un'ansia a cui si mescola lo strano dispiacere di vedere finire questo momento magico e le sensazioni che lo accompagnano.
A 300m dall'arrivo incontro la mia famiglia, li saluto al volo e vado ancora più forte, non vedo l'ora di ricevere da Filippo la coppa che mi ha mostrato mentre passavo e che forse avrebbe voluto darmi subito, mai come questa volta ho sentito di meritarla e di volerla!
Non ho bisogno di sforzarmi per seguire il consiglio del volantino dell'organizzazione, che suggerisce di tagliare il traguardo sorridendo e a braccia alzate.
Mentre passo sotto l'arco guardo il tempo: 3h58' il tempo ufficiale, poi sarà un minuto in meno quello reale, ma cosa importa?
Un metro dopo il traguardo un pensiero improvviso: "quanto manca a Milano? 6 settimane ancora? Troppe!!!"


Il picco più alto al decimo chilometro......non era stanchezza, ma semplicemente un pit stop fisiologico!
Con un pettorale così.....era lecito aspettarsi una prestazione diabolica!



7 commenti:

  1. Complimenti Paolo ! Veramente complimenti !

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  2. Grazie! Sono proprio contento... Le ultime 3 settimane mi hanno regalato il PB sia nella mezza che in maratona, non credo sia una coincidenza il fatto che mi sia allenato di più e meglio di quanto avessi mai fatto!

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  3. Leggo solo ora di questa tua bellissima prestazione e, anche se con un pò di ritardo, ti faccio i miei complimenti.

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  4. Grazie! Te l'avevo detto che, dopo aver letto i resoconti delle tue imprese, mi era venuta voglia di raccontare anche le mie!

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  5. Beh dai, almeno a qualcosa servo anch'io....;-)

    P.S.: le mie tutto sono meno che imprese....

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  6. Salve Paolo, innanzitutto mi devo complimentare per il tuo blog , ben scritto, e di aiuto per uno come me che a 42 anni, dopo 10 anni di vita sedentaria e con 92 kg di ciccia , ha ripreso a fare attività fisica, proprio dopo la maratona di Treviso , che ho seguito perché un caro amico partecipava, e in quell'occasione spronato da mio figlio siamo andati a fare la corsetta di 3 km che c'era di contorno alla maratona, e quella è stata la scintilla per partire, e oggi dopo due mesi calato quasi 7 kg vado a correre 3/4 volte a settimana sempre alle 6,00 del mattino,e con soddisfazione,scorsa settimana ad una gara non competitiva di 10km sono riuscito a stare sotto l'ora e questo è per me un grande risultato, il tuo blog come altri forum di podismo mi aiuta a capire tante cose.
    Mi piacerebbe come hai fatto te arrivare a fare la fatidica maratona, ma per il momento mi accontento dei piccoli passi che faccio giornalmente e come obbiettivo ho di andare il 24 giugno alla Pistoia-Abetone e arrivare al 1°traguardo (Le Piastre 14 km ,8 di salita) insieme al mio amico della maratona di treviso ( che arriverà all'Abetone)
    Di nuovo complimenti e in bocca lupo per la prossima maratona :-)

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    1. Ciao Cofaxino, benvenuto!
      Ti ringrazio per i complimenti, credo che la condivisione delle nostre esperienze sia sempre di aiuto e di sostegno, per chi va più piano e per chi va più veloce...
      La tua storia è molto simile alla mia per quanto riguarda il punto di partenza, con l'unica differenza che io avevo qualche anno in meno (ma mica tanti, eh!).
      I progressi che facciamo sono lo sprone maggiore a continuare nell'impegno quotidiano (dal divano a 4 allenamenti a settimana c'è una bella differenza!), ma ancora di più lo è l'accorgerci di quanto ci fa stare bene!
      L'unico consiglio che mi sento di darti è quello di non aver fretta di bruciare le tappe: c'è tutto il tempo per arrivare alla maratona, ed il modo migliore di far sì che la prima sia un'emozione indimenticabile e non una sofferenza, è quello di consolidarsi bene nelle distanze più brevi e di costruirsi nel tempo una base sufficientemente solida.
      Poi, la passione e il cuore faranno quello che le gambe non vorrebbero fare!
      In bocca al lupo, e a presto!

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